Pubblicato il 11/01/2017, 14:32 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: Formigli e Iacona e le loro inchieste tv su Roma

Aldo Grasso: Formigli e Iacona e le loro inchieste tv su Roma
Sprechi, ruberie oltre ogni limite tollerabile, opere incompiute: riusciamo ancora a scandalizzarci oppure siamo assuefatti a questa tossicità amministrativa? Così il critico del “Corriere della sera”.

Formigli e Iacona: le inchieste tv su sprechi e abusivismo a Roma

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

Sprechi, ruberie oltre ogni limite tollerabile, opere incompiute: riusciamo ancora a scandalizzarci oppure siamo assuefatti a questa tossicità amministrativa?

«Capitale corrotta, nazione infetta»: era il titolo, divenuto famoso, di una mirabile inchiesta de L’Espresso, apparsa l’11 dicembre 1955. L’articolo era firmato da Manlio Cancogni, letterato e giornalista. L’inchiesta documentava, in modo efficace e accorato, gli illeciti negli appalti immobiliari della Capitale: si parlava di «Sacco di Roma». Ne nacque uno scandalo che forse non servì a cambiare il quadro politico, ma se non altro scosse la pubblica opinione (o parte di essa, quella che leggeva i giornali). Nel giro di pochi giorni sono andati in onda due servizi su Roma da far tremare i polsi. Su La7 Corrado Formigli ha presentato giovedì scorso uno speciale di «Piazzapulita» dal titolo «Capitale infetta». Nella giungla romana gli inviati hanno documentato sprechi, ruberie oltre ogni limite tollerabile. Autobus rotti e incendiati, metro che non passano, discariche abusive, opere incompiute, case vendute a prezzi impossibili, scuole che cadono a pezzi, commercianti abusivi.

Su Rai 3 Riccardo Iacona ha presentato lunedì un servizio di Presadiretta dal titolo «Il sacco di Roma». Roma oggi ha un debito complessivo di circa 14 miliardi di euro che viene ripagato in parte dai romani, sui quali grava l’addizionale Irpef più alta d’Italia e in parte dallo Stato, che versa un contributo di 300 milioni l’anno. E cioè con i soldi delle tasse pagate da tutti i cittadini italiani. La sindaca Virginia Raggi aveva promesso di mettere in ordine i conti della Capitale e aveva basato la sua campagna elettorale sui temi della trasparenza e della legalità. E invece ci troviamo con l’inquietante caso di Raffaele Marra, con uno spreco di soldi pubblici da far paura e una città al collasso. Riusciamo ancora a scandalizzarci oppure siamo assuefatti a questa tossicità amministrativa? Una sorta di nostra callosità fa sì che il menefreghismo contrassegni il comportamento della classe politica?

 

(Nella foto Riccardo Iacona)