Pubblicato il 22/12/2016, 11:34 | Scritto da Andrea Amato

Dance Dance Dance: si può fare grande intrattenimento in un’ora

Dance Dance Dance: si può fare grande intrattenimento in un’ora
Ieri è andata in onda la prima puntata del talent show di FoxLife. Qui la nostra recensione di un format che, probabilmente, manderà in pensione molti programmi.

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In principio c’era la prima e la seconda serata nella tv italiana. Il Telegiornale alle 20 e poi alle 21 iniziava il prime time e alle 22.45 i programmi di seconda serata. Poi è arrivata la crisi, economica e di idee, e così la prima serata inizia oltre le 21.30 e finisce nel giorno seguente, per sperare di racimolare qualche mezzo punto di share in più e per spalmare costi su quattro ore di programma. Questa premessa per segnalare che ieri sera su FoxLife, invece, c’è stata una benedetta inversione di tendenza. Il network americano, infatti, ha proposto il suo primo grande show d’intrattenimento, Dance Dance Dance (leggi qui), della durata di un’ora (con tre brevi blocchi pubblicitari all’interno si è arrivati a 75 minuti). Ora parleremo del programma, ma questo cambiamento, per noi, è già una grandissima innovazione per la tv italiana.

Veniamo allo show. Nei giorni passati abbiamo ampiamente spiegato nel dettaglio di cosa si tratta (qui il minisito ufficiale). Sei coppie vip gareggiano in prove di danza, coreografie molto spettacolari, che rievocano mitici videoclip, performance live o epiche scene del cinema. Ritmo serrato, senza inutili fronzoli, linguaggio ultramoderno, sia nell’ottima e fresca conduzione di Andrea Delogu e Diego Passoni, sia nel confezionamento (la produzione è Toro Media), che si avvale anche della realtà aumentata (leggi qui). Ed è così che alla prima esibizione con i tuffatori Tania Cagnotto e Giovanni Tocci, alle prese con Everybody dei Backstreet Boys, lo studio magicamente diventa la casa stregata del video originale del 1997.

La giuria, formata da Vanessa Incontrada, Luca Tommassini e Timor Steffens, coautore del format insieme a John De Mol, è ben assortita, in un mix tra giudizi tecnici ed empatici, dove il direttore artistico di X Factor è il perfetto trait d’union tra l’attrice italo-spagnola e il coreografo olandese. Steffens, già giurato nelle edizioni olandesi e inglese, parla un po’ in italiano e un po’ inglese, ma la cosa non disturba, anzi, gli dà quel tocco di internazionalità in più, che al target pregiato di Fox probabilmente piace. A dare il pepe al programma è la fortissima competizione tra i concorrenti, che dopo mesi ed estenuanti sessioni di prove, alla fine vogliono vincere. Non sono un esperto di danza, ma il livello delle coreografie è sicuramente di grande impatto. Unica pecca, forse, c’è poco storytelling sui concorrenti, che per lo più parlano della fatica delle prove, senza concedere molto di loro stessi. Ma forse nelle prossime puntate verrò accontentato.

 

Twitter@andreaaamato

 

(Nella foto Claudia Gerini e Max Vado, alle prese con la coreografia di Candyman di Christina Aguilera)