Pubblicato il 20/10/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione
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I conti della Rai sono sani, grazie a canone e pubblicità

I conti della Rai sono sani, grazie a canone e pubblicità
Approvata dal cda la semestrale: il risultato della capogruppo passa da +7 a +66 milioni, il gruppo da -27 a +33. Canone, da 818 a 930. Caso Istat, il governo prepara una soluzione per escludere l'azienda dai tagli alla Pa. Così Marco Mele su “Il Sole 24 Ore”.

Rai, in crescita utili e introiti da canone

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 12, di Marco Mele.

Approvata dal cda la semestrale: il risultato della capogruppo passa da +7 a +66 milioni, il gruppo da -27 a +33. Canone, da 818 a 930. Caso Istat, il governo prepara una soluzione per escludere l’azienda dai tagli alla Pa.

È una semestrale positiva quella che il cda Rai ha approvato ieri mattina. Varato anche un piano per il turnover dei giornalisti, da attuare entro dicembre. Costerà sino a venti milioni di incentivi più altri venti per l’indennità sostitutiva del preavviso: vi saranno sino a cento eventuali uscite su una platea di circa 190 posizioni interessate, su base volontaria. E saranno assunti, in prima battuta, altri 33 degli oltre cento vincitori dell’ultimo concorso Rai (35 sono già in azienda). Il risultato netto della capogruppo Rai spa è positivo per 66 milioni di euro a fronte dei sette milioni dei primi sei mesi del 2015. Il gruppo Rai, a livello consolidato, ha un utile di 334 milioni e uno ante imposte di 49,1 milioni rispetto alla perdita di 27 nella semestrale 2015. I ricavi sono pari a 1.313 milioni di euro, l’11,5% in più rispetto all’anno precedente. Lo sono, in gran parte, per i maggiori introiti da canone. La cui prima rata in bolletta è stata pagata con le bollette da luglio a settembre.

La Rai imputa al semestre 930 milioni come introiti da canone rispetto agli 818 dei primi sei mesi dello scorso anno (+14,1%). A fine mese, si dovrebbe sapere una cifra più precisa sugli incassi del canone in bolletta. Quest’anno alla Rai spetta il 66% dell’extragettito rispetto alla somma inserita dalla legge di stabilità dello scorso anno. Dal prossimo anno tale percentuale scende al 50%, ma la Rai potrebbe chiedere anche per il prossimo anno una percentuale dell’extragettito pari a quella attuale, per compensare la discesa dell’importo da cento a novanta euro, decisa con la legge di stabilità in discussione alla Camera. La pubblicità è cresciuta di 27 milioni rispetto al 2015, da 303 a 331 milioni, tenendo conto che a giugno di quest’anno si sono svolti gli Europei di calcio. Un mese nel quale la pubblicità televisiva è cresciuta del 17,8%. Nei primi sei mesi dell’anno, in ogni caso, il mercato pubblicitario sui media è cresciuto del 3,5% sul 2015, quello del mezzo televisivo del 7,8%, mentre la pubblicità Rai è cresciuta più del mercato, del 10,1 per cento (oltre agli Europei, nel primo semestre dell’anno c’è Sanremo).

I concorrenti del servizio pubblico hanno realizzato performance positive ma inferiori, secondo la semestrale Rai: Mediaset del 3,8% così come Sky. Fa eccezione del risultato di Discovery (+17,4%). Gli altri ricavi della capogruppo sono stazionari: 51,5 milioni nei primi sei mesi di quest’anno, 50,8 nel primo semestre del 2015. La presenza di un evento come gli Europei condiziona anche il risultato dei costi esterni, in crescita da 699 a 746 milioni di euro, ma quello dei diritti e delle riprese degli Europei è di 57,4 milioni. L’organico della Rai cresce, anche per gli accordi sulla stabilizzazione dei precari: sono 11.143 i dipendenti a tempo indeterminato al 30 giugno 2016. Erano 11.054 a fine 2015 e 10.902 al 30 giugno 2015; il 59% uomini. Aumentano anche i dirigenti, di ventitrè unità.

Un dato interessante è la percentuale di innovazione nei palinsesti autunnali: del 21% per Rai 1, del 23,7% per Rai 2, del 43,8% per Rai 3, del 45,4% per Rai 4. I risultati non sempre sono stati confortanti: per questo sono stati discusse alcune modifiche ai palinsesti. Nel cda è stata data notizia di contatti positivi con il Governo per esentare esplicitamente la Rai, nella legge di stabilità 2017, dagli oneri e dai tagli previsti per gli enti pubblici inclusi nella lista dell’Istat. Lista che da quest’anno, secondo le linee guida di Eurostat, include la concessionaria radiotelevisiva. Sul Piano dell’informazione, invece, il cda si è dichiarato insoddisfatto per il ritardo nella sua presentazione. I consiglieri intendono continuare a dare indirizzi sul Piano e a verificarne lo sviluppo. Non era presente il direttore dell’Informazione, Carlo Verdelli. Un punto “caldo” tra il consiglio e Verdelli sarà la direzione della nuova testata Rai per il Web, ma di questo il cda non ha discusso.

 

(Nelle foto la statua equestre di viale Mazzini)