Pubblicato il 01/10/2016, 12:02 | Scritto da La Redazione
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Vivendi e Mediaset ora trattano a oltranza per spartirsi Premium

Vivendi e Mediaset ora trattano a oltranza per spartirsi Premium
De Puyfontaine: "Ottimisti nel trovare una soluzione". Così su Repubblica.

 

Uno o più fondi avranno il 20%

 

 

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 31, di Giovanni Pons

Vivendi e Mediaset ora trattano a oltranza per spartirsi Premium

 

De Puyfontaine: “Ottimisti nel trovare una soluzione”

Uno o più fondi avranno il 20%, Sky fuori dalla partita

 

MILANO. «Forse troveremo una soluzione. Siamo ottimisti», annuncia Arnaud de Puyfontaine, numero uno di Vivendi, a due mesi esatti dallo strappo con Mediaset sull’operazione di acquisto della pay tv Premium. Secondo gli accordi iniziali di aprile ieri si sarebbe dovuta registrare la chiusura dell’operazione con il via libera dell’Antitrust europeo. Ma già a giugno la domanda di autorizzazione era stata fatta slittare, d’accordo con Bruxelles, proprio perchè le parti stavano cercando un accordo diverso. Poi la situazione è precipitata a fine luglio a causa di una lettera ufficiale di Vivendi al cda del Biscione che metteva in discussione tutta l’architettura dell’operazione. Quindi i legali si sono messi in movimento e sia Mediaget sia Fininvest hanno chiesto risarcimenti miliardari al gruppo francese controllato da Vincent Bolloré. Ma fin da subito le diplomazie hanno riallacciato il dialogo per trovare comunque una soluzione che salvi anche i rapporti tra i due gruppi e tra la famiglia Berlusconi e quella Bollore. La negoziazione è ora in corso ed entro fine ottobre si dovrebbe raggiungere la quadra. Ma l’alleanza tra i due gruppi avrà un sapore meno industriale del previsto poiché, a quanto sembra, dovrebbe ridursi di molto o forse non esserci del tutto lo scambio di partecipazioni paritetiche ( 3,5%) ai piani alti, tra Vivendi e Mediaset. L’essenza del nuovo accordo ruoterà esclusivamente intorno a Premium il cui capitale sarà diviso in parti uguali tra Vivendi e Mediaset (40 e 40 oppure 35 e 35) per far posto a uno o più fondi internazionali che assumeranno il 20%. Ancora incerta la pennanenia di Telefonica con il suo 11% di Premium. Dunque Vivendi potrebbe anche pagare cash una parte del 35-40% di Premium che verrebbe a detenere, quota che potrebbe valere intorno ai 250-300 milioni. E soprattutto verrà rimandata a data da destinarsi l’alleanza tra Vivendi e Mediaset per la formazione di un nuovo polo della tv on demand che nell’idea iniziale doveva andare a far concorrenza all’espansione di Netflix in Europa. Sembrano invece del tutto fuorvianti le indiscrezioni riguardanti un incontro tra Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch a New York per trattare un riavvicinamento di Sky a Premium. II tycoon australiano, tra l’altro, in questi giorni non si trova neanche nella sede di Newscorp della Grande Mela e dunque l’unica strada percorribile al momento sembra sia quella di un ingresso di Vivendi che però non comporti il consolidamento dei conti di Premium nel bilancio del colosso francese. E non sembra praticabile neanche un coinvolgimento nell’operazione di Telecom Italia, che in un primo momento aveva valutato l’apporto di Timvision in cambio di azioni Premium. Ieri si è svolto un cda dell’azienda telefonica per esaminare le linee guida del nuovo piano industriale che verrà presentato al mercato a febbraio. Sui contenuti bocche cucite anche se è prevedibile che al centro di tutto vi sia il taglio dei costi e lo sviluppo della rete in banda larga. «Siamo la più grande azienda italiana del settore e quindi parteciperemo a tutti i bandi, chiediamo solo di avere regole uguali per tutti», ha detto il presidente di Telecom Giuseppe Recchi riferendosi alle gare Infratel per la banda ultralarga.

 

(Nella foto, il logo di Vivendi e di Mediaset)