Pubblicato il 29/09/2016, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Stipendi Rai: ok al tetto, ma non per tutti i manager

Stipendi Rai: ok al tetto, ma non per tutti i manager
Via libera al limite di 240mila euro. Escluse le figure manageriali apicali. E la misura scatterà solo con la nuova legge sull'editoria. Così Marco Castoro su "Il Messaggero".

Stipendi d’oro Rai il Cda: “Ok al tetto”. Ma ci sono eccezioni

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 10, di Marco Castoro.

Via libera al limite di 240mila euro. Escluse le figure manageriali apicali. E la misura scatterà solo con la nuova legge sull’editoria.

Tanto tuonò sugli stipendi che non piovve. Si potrebbe riassumere così l’autoregolamentazione della Rai, la cui delibera è stata approvata ieri all’unanimità dal cda, dopo le sollecitazioni della commissione Vigilanza e del sottosegretario Giacomelli. In pratica il documento c’è ma non è esecutivo. Lo diventerà. Quindi toccherà alla nuova legge sull’editoria già votata dal Senato e in attesa del via libera definitivo della Camera la prossima settimana far rispettare il tetto dei 240mila euro lordi l’anno. La governance di Viale Mazzini ha provveduto a tracciare norme organizzative e linee guida dell’azienda, come non è mai stato fatto in passato. E siccome la Rai è una holding quotata in Borsa, le figure apicali vanno salvaguardate. «Il nostro obbligo – ha detto in Vigilanza il presidente Monica Maggioni – è garantire un futuro alla Rai. Il fatto che si tratti di un’azienda editoriale ibrida destinata a rimanere sul mercato, fa sì che abbia bisogno di figure apicali. Tenere la Rai come una pubblica amministrazione può tradursi in una marginalizzazione. Dire che c’è un tetto per cui nessuno può guadagnare un euro in più dei 240mila sarebbe molto, molto, pericoloso».

Ed eccole le dieci figure apicali che oltre al dg potranno sforare il tetto, magari con bonus e indennità (fino a 50mila o un più 30% per i contratti a tempo determinato). Dai Chief Digital e Tecnology Officer, ai responsabili di produzione, palinsesti, risorse umane, affari legali e comunicazione, nonché gli ad di RaiCinema e RaiPubblicità e il direttore finanziario. Tutti manager. Quindi nessun giornalista verrà risparmiato dalla tagliola. Nemmeno il direttore editoriale e quello del Tg1. Ma qui l’azienda non si preoccupa perché convinta di saper gestire il mercato. Attualmente sono 41 i dirigenti che sforano il tetto dei 240 mila e costano alla Rai 2,1 milioni l’anno, come ha già sottolineato più volte il deputato del Pd Anzaldi. Mentre l’operazione trasparenza ha portato alla luce oltre 90 stipendi che superano le 200mila annue. La delibera del cda ha spiazzato la Vigilanza. Il senatore Margiotta ha chiesto a Maggioni e Campo Dall’Orto: «Non capisco se il lavoro che state facendo sia una proposta di emendamento che chiedete alla Camera di attuare o se il cda è una “terza camera” che può approvare regolamenti che contrastano la norma». Secca la replica della Maggioni: «Una volta attuate, le leggi si rispettano».

Tuttavia, mettere in chiaro l’autoregolamentazione è un atto che l’azienda doveva fare. Poi si vedrà se i bonus agli apicali verranno lasciati o tolti dalla legge, la quale dovrà anche spiegare se i compensi delle star dovranno essere ridotti. Fazio e Conti superano abbondantemente il milione l’anno. Sulle tre posizioni più critiche evidenziate dall’Anticorruzione si aspettano le decisioni del ministero dell’Economia per staff e comunicazione, mentre appare inevitabile l’imminente rimozione del responsabile della sicurezza in conflitto di interessi con l’agenzia che l’ha designato. Il dg ha spiegato che «l’azienda sta prendendo molto sul serio i rilievi dell’Anac». In cda Freccero ha cercato di introdurre anche il nodo dell’informazione, ma è stato stoppato. Il referendum si avvicina e sul pluralismo è scattato l’allarme. A riguardo ha destato stupore il netto ritardo con cui è stata aperta la matricola per il nuovo programma di Bianca Berlinguer. In pratica l’ex Tg3 dovrà correre per mettere su la squadra per la striscia quotidiana delle 18.30. Sull’approfondimento la Rai sta perdendo colpi. Politics va male e la fascia concessa alla Berlinguer non porta certo ascolti. Un bel regalo a Floris, Gruber e Mentana che fanno il pieno di share.

 

(Nella foto la statua equestre di viale Mazzini)