Pubblicato il 27/09/2016, 14:32 | Scritto da La Redazione
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Giacomelli: Campo Dall’Orto deve essere più rapido e deciso

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Giacomelli e la Rai: “Fiducia in Campo Dall’Orto, ma sia più deciso”

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 13, di Giovanna Cavalli.

Davvero i vertici di viale Mazzini potrebbero essere sfiduciati come, un giorno sì e uno no, teorizza qualcuno?

«Facciamo chiarezza: non c’è nessun complotto, ipotesi di commissariamento, imminente ribaltone: pura fantascienza», spiega Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni».

L’onorevole pd Michele Anzaldi sostiene, mai smentito, che l’ad Antonio Campo Dall’Orto stia danneggiando l’azienda, che andrebbe rimosso e la Rai appunto commissariata.

«Da parlamentare e membro della Vigilanza è giusto che esprima la sua opinione».

Che lei non condivide, pare di capire.

«Il governo ha voluto una rifondazione della Rai che metta al centro il servizio pubblico. Campo Dall’Orto ha le caratteristiche per guidarla, come persona e come approccio».

Dunque non è vero che vi siete pentiti della scelta.

«No, com’è noto non ho la tendenza alla timidezza: piena fiducia in lui. Questo però non significa rinunciare al diritto di critica. Vorremmo una trasformazione più decisa, veloce, percepibile».

E non c’è?

«Si cominciano a vedere tracce di un lavoro. Qualche buon risultato come la app Raiplay e soprattutto la coproduzione di Fuocammare. Stiamo ancora aspettando un piano dell’informazione».

Il direttore editoriale Carlo Verdelli ha già portato sia in consiglio che in Vigilanza le linee guida.

«Occorre passare alla gestione pratica. La riorganizzazione ancora non c’è. Il tempo non è una variabile indipendente».

Qualcuno insinua che non vogliate aprire la crisi in Rai solo perché incombe il referendum.

«Una fola delle tante che girano. Di qualunque cosa si parli, si rimanda a dopo Il 4 dicembre, come se ci fosse una sospensione. Non è così».

L’anticorruzione ha rilevato irregolarità nelle nomine esterne. Assenza quasi totale di selezione interna. Documentazione carente.

«Detto che la delibera non evoca mancanze di gravità assoluta tuttavia non vanno affrontate con un’alzata di spalle. Toccherà all’ad e al cda fare un’analisi compiuta».

I consiglieri hanno fatto mettere a verbale che non sono responsabili.

«Il cda ha molti poteri, li usi. Comunque l’intervento dell’Anac non va politicizzato. Ridurre i rilievi a una guerra interna ai dem, come fa Carlo Freccero, è oltre la leggenda».

Il Senato ha rimesso il tetto agli stipendi della Rai. Campo Dall’Orto dovrà scendere da 650 a 240mila, un bel taglio. Non è che se ne va lui?

«Non credo. Gubitosi rimase al suo posto. Il Parlamento ha dato un’indicazione chiara».

Alcuni consiglieri sostengono che per le posizioni di vertice 240 mila euro sia una cifra fuori mercato, troppo bassa.

«Anche il canone garantito però è una bella diversità rispetto a un’azienda che ogni anno comincia da zero».

C’è chi ritiene che si faccia servizio pubblico anche altrove e che dunque il canone andrebbe redistribuito.

«Il servizio pubblico deve mantenere una sua unicità. Tuttavia nel rinnovo della concessione affronteremo il tema delle risorse, considerando che per la Rai la pubblicità è entrata accessoria, per i concorrenti è ossigeno».

È vero che l’evasione del canone è comunque alta?

«Altra follia. Come vedrete a giorni la lotta all’evasione ha funzionato, siamo in linea con le previsioni».

 

(Nelle foto Antonello Giacomelli)