Pubblicato il 31/08/2016, 14:34 | Scritto da La Redazione
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Massimo D’Alema: Renzi brutale come Berlusconi sulla Rai

Massimo D’Alema: Renzi brutale come Berlusconi sulla Rai
Sul referendum: “Trovo sbagliato spaccare il Paese”. Lunedì prossimo una riunione organizzativa per il “no”. Così Fabio Albanese sul quotidiano “La Stampa”.

“Renzi brutale sulla Rai come Berlusconi”. Ovazione per D’Alema alla festa renziana

 

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 11, di Fabio Albanese.

E sul referendum: “Trovo sbagliato spaccare il Paese”. Lunedì prossimo una riunione organizzativa per il “no”.

«Nel paese c’è tanto spazio per il “no”, ce n’è molto meno nell’informazione, largamente controllata anche dopo l’occupazione brutale della Rai da parte del Governo, la cacciata dei dissidenti, cosa che mi ha molto colpito perché solo Berlusconi era arrivato a tanto». Massimo D’Alema arriva alla festa nazionale dell’Unità, in corso a Catania, e nonostante sia stato invitato a parlare di politica estera con il ministro Gentiloni, punta dritto al referendum costituzionale e al suo «no» convinto: «Vedo che siete tutti interessati alla politica estera», esordisce, ironico, parlando con i giornalisti. E quando gli chiedono come si sente da invitato a una festa dell’Unità costruita sulla ricerca del consenso al “sì” per il referendum, ribatte serafico: «La festa è per me un appuntamento a cui partecipo tutti gli anni, da una cinquantina d’anni e non trovo motivi per non esserci. Io non faccio parte di nessuna minoranza, faccio parte di me stesso».

L’ex premier conferma per il 5 settembre una riunione organizzativa per coloro che sono per il “no”, «non solo gente del Pd, ci sono iscritti, non più iscritti ma anche gente mai iscritta al Pd». Nel dibattito con il ministro Paolo Gentiloni, coordinato dal direttore del Foglio Claudio Cerasa, D’Alema ha fatto la parte del leone, a vedere l’entusiasmo del pubblico: applausi scroscianti per lui, più di «cortesia» quelli per il ministro. E quando Cerasa chiede al pubblico se voterà “sì” o “no”, si alzano poche mani per la posizione del governo e tante per quella di D’Alema. Il quale spiega: «Trovo sbagliato aver spaccato il Paese sulla Costituzione. Ora Renzi ha detto che se vince il “no” non ci saranno elezioni anticipate, affermazione che considero positiva. Se si va al voto nel 2018, c’è tutto il tempo per fare una limitata riforma costituzionale; non 44 articoli che danno vita a un complicato e farraginoso sistema, ma un testo di una pagina, tre articoli, per ridurre il numero dei parlamentari, bloccare la navetta delle leggi senza rinunciare al bicameralismo perfetto così come fanno negli Stati Uniti, per dare il voto di fiducia solo alla Camera dei deputati».

E la legge elettorale? «Resto convinto che l’Italicum sia viziato da un difetto costituzionale». Il lider Maximo non risparmia nemmeno il suo ex fedelissimo Matteo Orfini, presidente Pd, che domenica scorsa, proprio a Catania, aveva detto di non capire il “no” di un D’Alema che vuole fare i girotondi: «Mi sembra difficile l’idea di fare girotondi con i professori De Siervo, Casavola, Onida, Chieli». «Forse Orfini dovrebbe essere più rispettoso verso queste personalità che rappresentano tanta parte della cultura italiana», ha replicato. Il dibattito sulle «sfide della sinistra nel disordine mondiale» è rimasto sullo sfondo perché si è parlato tanto di politica interna, del Pd e del referendum costituzionale, con una platea «affamata» di politica e che sembrava non aspettare altro. Gentiloni ci ha provato a parlare del tema assegnato ma non ha potuto far altro che offrire la sua visione del partito, avvertendo: «Una spaccatura del Pd non serve a nessuno ha detto nemmeno a D’Alema».

 

(Nella foto Matteo Renzi)