Pubblicato il 31/08/2016, 11:31 | Scritto da La Redazione
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Vivendi cerca alleanze in Francia per salvare Canal +

Vivendi cerca l’asse con Iliad

 

Rassegna stampa: MF, pagina 9, di Andrea Montanari.

Per rilanciare Canal+ studia l’accordo di distribuzione con la società di Niel. Dopo Orange, Bolloré prova ad allearsi sui contenuti con l’altro operatore tlc francese che era entrato nella partita Telecom come potenziale competitor. La pay tv deve essere risanata.

In Italia rivali, in Francia alleati. Le strade di Vincent Bolloré e Xavier Niel tornano a incrociarsi. E questa volta in patria. Perché, come riferito ieri dal quotidiano Les Echos, il gruppo Vivendi cercherebbe un’intesa con Free, l’operatore di telefonia mobile della Iliad di Niel, sul fronte dei contenuti da distribuire su una nuova piattaforma. Accordo che seguirebbe quello definito dalla società che fa capo a Bolloré con il big delle tlc transalpine, Orange. L’obiettivo di Vivendi è trovare il modo di fare risalire la china a Canal+, la televisione a pagamento che nel primo semestre ha perso quasi 300mila abbonati e soprattutto 106 milioni di euro. Bloccato dall’antitrust francese, il patto d’acciaio con la BeIn Sports che fa capo ad Al Jazeera, la all news del Qatar, per Canal+ si devono schiudere altre porte per evitare il tracollo dei risultati (il mercato stimava una perdita potenziale su base annua superiore a 400 milioni). E un’opzione possibile è quella appunto dell’ampliamento potenziale del bacino d’utenza, andando a ricercare nuova clientela nel campo delle tic.

L’intesa con Free-Iliad, secondo le indiscrezioni della stampa transalpina, potrebbe essere ufficializzata e comunicata al mercato già nei prossimi giorni. Sarebbe un forte segnale di fiducia per Vivendi, che deve fare di tutto per risanare e rilanciare Canal+. Anche alla luce del brusco stop alle trattative con Mediaset per l’acquisto della pay Premium e lo scambio azionario tra i due gruppi sull’asse Italia-Francia. Dopo il dietrofront repentino e inatteso della società guidata dall’ad Arnaud de Puyfontaine, che ha definito non realistici i numeri del business plan 2018-2020 di Mediaset Premium e l’immediata e dura replica della tv di Cologno Monzese (con richiesta di risarcimento danni fino a 1,5 miliardi) e dell’ azionista Fininvest (che chiede 570 milioni), il cantiere pare congelato, anche se sul mercato si dice che gli sherpa dei due schieramenti trattino tuttora dietro le quinte.

Per quel che riguarda poi le strategie di Vivendi, è evidente il passo indietro e la necessità di trovare nuovi alleati, anche in Francia. Da qui l’ipotesi di accordo con la Iliad di Niel. Investitore, quest’ultimo, che invece, quando spuntò nel capitale di Telecom Italia con opzioni che gli conferivano una posizione potenziale del 10%, venne subito additato come potenziale, ostico avversario di Bolloré nella gestione dell’operatore tlc guidato dall’ad Flavio Cattaneo. Si disse e si scrisse, infatti, che dietro Niel ci fosse la stessa Orange, possibile interessata a Telecom. Ma tutti gli attori in campo finora hanno smentito tale scenario, anche se il settore media&tlc resta tra i più caldi d’Europa, e non solo in termini di consolidamento.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)