Pubblicato il 29/08/2016, 14:50 | Scritto da Gabriele Gambini

Max Giusti: il primo bilancio di Boom! sarà a novembre, aspettatevi uno show rivoluzionario

Max Giusti: il primo bilancio di Boom! sarà a novembre, aspettatevi uno show rivoluzionario
L'attore e conduttore racconta a TvZoom i dettagli della sua nuova sfida professionale nel game show in onda su Nove da lunedì 29 agosto alle 20.20.

Max Giusti: “Discovery mi ha fortemente voluto, chiedendomi solo di essere me stesso: posso dire con orgoglio che il programma è davvero forte”

«I contatti con Discovery sono cominciati in primavera, mi ha colpito l’intenzione della dirigenza di puntare su di me con insistenza e decisione. Ci ho ragionato su, ma senza troppi dubbi: in 36 ore ho accettato. È l’inizio di un proficuo rapporto, Boom! ha le carte in regola per stupire», dice Max Giusti, entusiasta per la partenza del game show di Nove, da oggi, lunedì 29 agosto, alle 20.20. Adattamento italiano di Endemol Shine Italy del format che ha riscosso successo in Israele, Spagna, Francia e USA, Boom!, è un gioco a quiz in cui la fregola di disinnescare un finto ordigno esplosivo si somma all’incombenza per i concorrenti, suddivisi in squadre appartenenti allo stesso nucleo familiare, di rispondere a domande di cultura generale. «Uno show ipnotico, quasi teatrale, dai ritmi frenetici, che unisce la componente classica dei game a una sovrastruttura colorata e adrenalinica, molto innovativa», precisa l’attore e conduttore.

Un programma forte per una fascia oraria intasata e tradizionalmente difficile.

L’access prime time è la fascia dell’abitudine. C’è Striscia, c’è Affari Tuoi, c’è l’approfondimento politico di contenitori come Otto e Mezzo. Di solito il telecomando dell’utente medio inizia a muoversi dopo le 21, non prima. La mia è una sfida impegnativa, ma entusiasmante. Boom! ha le carte in regola per entrare progressivamente nelle abitudini degli italiani.

Avete già pensato a prospettive di share?

Non a caso ho detto: “Entrare progressivamente nelle abitudini degli italiani”. È realistico pensare a una crescita passo dopo passo. Se nei numeri di share, alla prima puntata, vedo l’1 davanti, mi ritengo soddisfatto perché è un’eccellente base di partenza. Per poi crescere alla distanza. I primi bilanci si faranno attorno a novembre. Io ci metto la faccia volentieri: il programma è davvero forte ed è qualcosa di inedito nel panorama nazionale.

Lo show è suddiviso in diversi round.

Le squadre sono formate da famiglie italiane. C’è un primo round che serve per presentare la sfida. Si devono disinnescare le bombe che corrispondono a domande a scelta multipla. Le esplosioni sono colorate, divertenti, aggiungono un ingrediente adrenalinico di sicura efficacia e piaceranno molto ai più giovani. Le risposte sbagliate conducono a eliminazioni progressive dei componenti dei team e servono per accumulare montepremi. Nel secondo round, di fronte a una bomba color argento, i concorrenti rimasti devono rispondere in 2 minuti al maggior numero di domande possibile: ogni risposta corretta fa crescere il montepremi, ogni risposta sbagliata lo decurta. La squadra che, al termine dei primi due round, ha accumulato il montepremi più alto, diventa campione e accede al terzo e ultimo round per aggiudicarsi il jackpot in palio. Con una gran sorpresa nel finale.

Ogni programma, per un conduttore, porta in dote delle scoperte inattese durante la sua realizzazione. Quali tratti distintivi l’hanno colpita di più?

Due aspetti. Il primo, il ritmo forsennato e coinvolgente, che rende Boom! simile a uno spettacolo teatrale. Il secondo, lo dico senza retorica, è la preparazione dei concorrenti. Ricordo una famiglia di Napoli che sapeva rispondere a domande pazzesche. Si scopre un’Italia colta, ben plasmata dal nostro sistema scolastico. E si ribaltano i luoghi comuni che a volte vorrebbero gli italiani medi come degli indolenti poco informati attratti dal becerume.

Discovery le ha fatto richieste particolari per caratterizzare il suo ruolo nello show?

Mi hanno chiesto solo di essere me stesso. Con la massima naturalezza. Per natura, non riesco a essere cattivo coi concorrenti, ma qualche battuta tagliente mi è scappata. In alcuni casi temevo di aver esagerato, ma loro mi hanno risposto che da me si aspettavano proprio questo. “Sii te stesso in tutto e per tutto”, mi ripetevano. Lo show mi è stato cucito addosso e questo mi riempie di soddisfazione.

Di riflesso, conducendo un nuovo quiz, le è capitato di pensare ai tempi di Affari Tuoi facendo dei raffronti?

Affari Tuoi è un po’ il dolmen del nostro Paese. Plasma il sogno, l’irraggiungibile, in una confezione classica. In quel caso, è il conduttore ad adattarsi a esso, portando in dote la propria personalità per caratterizzarlo. Quando sono approdato lì, ogni puntata durava 52 minuti rispetto ai 25 dell’edizione con Bonolis. Ci preoccupavamo di riempire con giudizio i tempi dilatati, siamo cresciuti e migliorati alla distanza, raggiungendo Striscia. È stato un periodo a cui devo molto, ha forgiato il Max Giusti di oggi.

Ripensando al suo percorso in Rai, c’è qualcosa che rifarebbe diversamente?

Non rifarei Riusciranno i nostri eroi nella confezione della diretta. Col senno di poi, lo avrei fatto registrato. Avrei avuto tempo per prepararmi meglio, senza le preoccupazioni di supportare tutto il contorno. Dopo l’interruzione del dialogo con Rai1, è arrivata Rai2. La prima serata de La papera non fa l’eco è stato un esperimento molto interessante, anche se difficile. E sono molto felice del recente Dopofestival e della collaborazione a Quelli che il calcio, che continua anche quest’anno.

In passato, aveva dichiarato che anche Stile Libero non le apparteneva.

All’inizio non ci pensavo proprio a farlo. Fu Antonio Marano a chiedermelo come favore. “Ho bisogno di una mano”, mi disse. Non mi tirai indietro per spirito di corpo, perché la Rai mi aveva dato tutto fin dai miei esordi, quando ero poco più di un ragazzo.

Ha in mente qualche nuovo personaggio da portare a Quelli che il calcio?

Tanti. Penso a Donald Trump, a un D’Alema che ho visto di recente in tv ma che non so se è nelle mie corde perché ha una voce difficile da replicare con efficacia. E a Vinicio Capossela, incontrato quest’estate durante i live del mio show Cattivissimo Max.

A proposito di imitazioni e parodie, da gennaio su Nove arriva anche Maurizio Crozza, che deve a quell’aspetto attoriale la sua fortuna professionale.

Sono molto felice dell’arrivo di Crozza. Ha lavorato molto su se stesso, ideando un formato originale e vincente. A volte ce ne dimentichiamo, ma Discovery è un colosso dell’editoria televisiva internazionale, vastissimo e potente.Si sono assicurati le prossime Olimpiadi. Nove sta costruendo una realtà solida, anno dopo anno sempre più riconoscibile. Il mio futuro lo immagino con loro e con tanti progetti, anche di prima serata.

Un presente e un futuro su Nove, in condivisione con Quelli che il calcio. Che le hanno detto in Rai, per questo duplice ruolo?

Che cosa mi diranno, lo saprò a breve. Però il futuro di noi professionisti è multidirezionale. La tv sta cambiando, l’ampliamento delle scelte generaliste e semigeneraliste contribuirà a rinvigorire la qualità dei programmi. Siamo in un’era dove osare con delle novità è dura. Programmi come Zelig o Le Iene, oggi, sarebbero difficili da lanciare ex novo permettendosi il lusso di aspettare la loro crescita alla distanza. Ben vengano le nuove realtà.

Rimane la delusione per l’uscita dal palinsesto di Radio 2?

Dispiace. Ma nessun rancore con Carlo Conti. L’incombenza del mestiere di direttore artistico comporta grandi responsabilità. Hanno fatto delle scelte, mi hanno fatto una controfferta che non ho ritenuto giusto accettare. A volte i “no” contano più dei “sì”. Ma conservo un bellissimo ricordo di SuperMax: la collaborazione con Tony Hadley per un disco di Natale che uscirà. Il giorno in cui Giuliano Sangiorgi dei Negramaro mi chiamò per venire a esibirsi da me in studio e rispondere a chi lo criticava sostenendo che avesse perso la voce.

Lo dice con rimpianto?

Nessun pianto della star, ci mancherebbe. Si dice che la tv, la radio e, in generale, lo spettacolo, ti allevino, assorbano da te tutto quello che hai e poi ti sputino. Fa parte del gioco. Noi professionisti televisivi non lavoriamo in miniera, facciamo qualcosa di bellissimo e stimolante. Ho iniziato con la gavetta, mi sono confrontato con tanti ruoli importanti. Sono pronto a ripartire. Oggi, la mia nuova sfida è su Nove, e mi sento veramente figo nell’affrontarla con uno show potente, perfetto per una generalista, in cui emergo molto bene. Boom!, Quelli che il calcio, la tournee teatrale. Guardo a quello, per adesso. Poi mi concentrerò con entusiasmo su ciò che verrà.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Max Giusti)