Pubblicato il 27/08/2016, 16:02 | Scritto da La Redazione

Bruxelles lancia la sfida a Google sul diritto d’autore in Europa

Bruxelles lancia la sfida a Google sul diritto d’autore in Europa
Proposta per rafforzare i diritti degli editori nei confronti dei portali web. Lo scontro sulla pubblicazione di articoli senza alcun compenso. Esclusa l'ipotesi di una tassa ad hoc. Così Beda Romano su “Il Sole 24 Ore”.

Bruxelles, nuovo fronte anti-Google

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 21, di Beda Romano.

Proposta per rafforzare i diritti degli editori nei confronti dei portali web. Lo scontro sulla pubblicazione di articoli senza alcun compenso. Esclusa l’ipotesi di una tassa ad hoc.

La Commissione europea ha confermato ieri che intende presentare entro fine settembre un’attesa riforma del diritto d’autore in Europa. L’ipotesi più probabile è che l’esecutivo comunitario proponga agli stati membri di rafforzare i diritti degli editori nei confronti dei portali su Internet. Lo sguardo corre a Google. La società Usa è accusata da più parti di arricchirsi a spese dei media, pubblicando spesso senza pagamento articoli sul proprio sito. «La Commissione lavora a nuove proposte per modernizzare le regole del diritto d’autore in Europa», ha spiegato ieri Christian Wigand, portavoce dell’esecutivo comunitario. «La Commissione sta valutando se concedere agli editori un diritto connesso (neighbouring right in inglese, ndr). Ciò permetterebbe di riconoscere il loro ruolo di investitore in contenuto e dare loro una posizione più forte quando negoziano con altri protagonisti del mercato».

L’esecutivo comunitario ha voluto precisare ieri che Bruxelles non ha intenzione di introdurre alcuna nuova tassa, come fughe di notizie nel corso della settimana hanno invece lasciato intendere. Il diritto connesso non è dissimile da un tradizionale diritto d’autore. Tuttavia, questo non protegge il lavoro creativo di una persona, quanto piuttosto la sua prestazione o più semplicemente lo sforzo organizzativo e finanziario dietro al processo creativo. Attualmente, la legge comunitaria garantisce diritti connessi ai produttori cinematografici, ai produttori discografici, e alle organizzazioni radiotelevisive. La Commissione sta valutando se concedere questo diritto anche agli editori di giornali e riviste. A oggi, l’ipotesi appare probabile. «Il nostro obiettivo – spiegava ieri un esponente comunitario – è di garantire un comune terreno legale nei Ventotto ed evitare la nascita di un patchwork». Il mondo dei media è in grave difficoltà a causa di cambiamenti rivoluzionari nella raccolta e nella trasmissione delle informazioni. Da tempo, giornali e riviste protestano per il modo in cui Google, e altre piattaforme dello stesso tipo, raccolgono senza pagarli articoli sui siti d’informazione, permettendo ai loro utilizzatori finali di usufruirne gratuitamente.

Due Paesi – la Spagna e la Germania – sono partiti all’attacco, con esiti incerti. La Spagna ha voluto imporre a Google una specie di imposta ogni qualvolta il motore di ricerca pubblica il link a un articolo proveniente da un sito d’informazione. Per tutta risposta, la società americana ha deciso di chiudere il portale Google News nel Paese. In Germania, invece, molte case editrici hanno preferito firmare con Google accordi esentando la società dal pagare diritti d’autore pur di non assistere a un crollo del traffico sui loro siti, con conseguenze negative sul fronte pubblicitario. La scelta tedesca conferma quanto sia delicato trovare la giusta soluzione e quanto forte sia il potere di Google. Esponenti comunitari sottolineavano ieri che la Commissione non ha in mente alcuna tassa. Non solo sarebbe difficile convincere gli stati membri di optare per una imposta, un campo nel quale è necessaria l’unanimità; ma l’esperienza mostra come vi siano controindicazioni.

La riforma attesa in settembre potrebbe anche introdurre cambiamenti per YouTube o DailyMotion. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione sta valutando se obbligare queste piattaforme di condivisione di film, video e musica a negoziare accordi sui diritti d’autore con autori e produttori. Secondo Google, la sola YouTube avrebbe generato finora a livello mondiale oltre due miliardi di dollari in diritti d’autore. L’industria musicale ribatte che la società americana offre intese «prendere o lasciare» che in realtà non lasciano spazio alla trattativa.

 

(Nell’immagine il logo di Google)