Pubblicato il 03/08/2016, 12:32 | Scritto da Andrea Amato
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Tg Rai: Enrico Mentana e la teoria dell’epurazione strumentale

Con le nomine dei direttori Tg Rai si capirà se avremo un servizio pubblico libero nei prossimi anni

 

In queste ore nella tv pubblica si sta giocando la partita più delicata dal punto di vista politico, ben più sofferta della scelta dei direttori di rete che, in realtà, devono essere bravi a confezionare un prodotto dalle molte anime, ma principalmente incentrato sull’intrattenimento. E così Fabiano, Dallatana e Bignardi, al di là delle strumentalizzazioni di due figure su tre esterne all’azienda, sono state almeno sulla carta (ora li vedremo all’opera) scelte convincenti. Chi più, chi meno. Domani, invece, si scelgono i direttori dei Telegiornali, ovvero chi guiderà l’informazione Rai nei prossimi anni. Terreno fondamentale per la politica. E in questo dibattito entra a gamba tesa anche Enrico Mentana, con un post su Facebook senza troppi giri di parole, bocciando nettamente le probabili scelte dei nuovi direttori. Dodici anni in Rai (dal 1980 al 1992), altri dodici in Mediaset e da sei a La7, questo il curriculum di Mentana, che ha fondato il Tg5 e resuscitato il TgLa7. Dopo una gavetta nella Rai anni Ottanta, quella con i telegiornali divisi tra Democrazia Cristiana (Tg1), Partito Socialista (Tg2) e Partito Comunista (Tg3). Mentana era al Tg2, si è fatto le ossa in Viale Mazzini e, nonostante siano passati 24 anni e siano scomparsi i partiti di riferimento di allora, le dinamiche sono più o meno sempre le stesse. Anche se si spera in una reale rivoluzione del servizio pubblico, libera dal giogo della politica. Cambio di rotta che ancora sembra lontano. Purtroppo. Ma ecco il commento del direttore del TgLa7:

«Questa storia del cambio di direttori nei tg Rai è tristissima e pacchiana insieme. È chiaro che l’obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer dal Tg3. Ed è chiaro che i top manager Rai questo obiettivo proprio non se lo erano prefisso, tanto è vero che poche settimane fa sono stati presentati i palinsesti della nuova stagione, senza tenere conto di un possibile spazio “risarcitorio” per lei. Insomma, l’ordine è venuto improvviso e da fuori. In vista del Referendum? Direi proprio di… sì. Ma per non farla troppo evidente si è pensato di non sostituire solo lei. Quindi via anche Masi dal tg2, così, per compagnia, per dimostrare alla Commissione di Vigilanza che non è un fatto personale, e politico. Una foglia di Fico, insomma. Quelli dell’opposizione strepiteranno per il colpo contro i sostenitori del no referendario, quelli della maggioranza diranno che la Berlinguer era lì da 7 anni e cambiarla non è un delitto, e nessuno si filerà il povero Masi, danno collaterale di una guerra politica, che conferma al di là di ogni sarcasmo che tutti noi paghiamo la Rai nella bolletta della luce, ma le mani sull’interruttore sono sempre le stesse».

 

Twitter@andreaaamato

 

(Nella foto Enrico Mentana)