Pubblicato il 27/06/2016, 17:35 | Scritto da Tiziana Leone
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Il questionario CambieRai utilissimo per non cambiare nulla

Il questionario CambieRai utilissimo per non cambiare nulla
Fino al 30 giugno sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico i cittadini potranno rispondere a un questionario nato per dare un futuro migliore alla tv di Stato. Se non fosse per quelle domande.

Ancora pochi giorni per partecipare all’esilarante questionario sul futuro della tv di Stato.

Mentre siamo tutti concentrati a scoprire come saranno i palinsesti del prossimo autunno, sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico va avanti la consultazione CambieRai, un questionario per capire che idea hanno gli utenti ormai costretti a pagare il canone, della tv di Stato che verrà. Un questionario strombazzato come fosse la Magna Carta del piccolo schermo, una sorta di referendum che il Governo nella sua estrema magnanimità ha voluto offrire a coloro cui ha infilato il canone nella bolletta elettrica giusto in tempo per luglio così si va in vacanza sereni, naturalmente solo dopo aver versato una decina di stipendi per i centri estivi delle creature digitali che in quanto tali non capiscono ancora perché la tv non sia touch. Figuriamoci poi se d’estate guardano la Rai.

Ma comunque il referendum catodico al quale Renzi, già presagendo l’inutilità del tutto, ha opportunamente evitato di legare il suo futuro professionale, servirà ad aiutare lor signori che si occupano di tv a capire come muoversi quando a fine 2016 scadrà la Convenzione tra Stato e Rai. Riporto testualmente l’obiettivo così come si legge sul sito cambierai.gov.it: «Per troppo tempo il tema della riforma del servizio pubblico è stato monopolio degli “addetti ai lavori”. L’obiettivo di questa consultazione, invece, è di dare la parola innanzitutto al cittadino che paga il canone, vero azionista del servizio pubblico». Evvai. Allora sì che si può avere voce in capitolo. Vedrai che chiederanno un’opinione sull’utilità dei talk show, sulla necessità di cambiare i telegiornali, magari persino qualche idea su come evitare che la politica si infiltri anche nella moquette di Viale Mazzini, che poi se ci vai a mettere mano altro che i soldi del canone. E chissà che nel questionario non ci sia pure qualche idea originale per cercare di capire a come rimediare all’ormai dilagante domanda discriminatoria tra ragazzini in classe: «Oddio, non hai Sky???», una tragica eventualità, seconda soltanto all’aver zero like sui video di musical.ly. Ecco il buon governatore ci chiederà qualcosa di simile no? Tipo come evitare di vedere gente che in tv si scanna il pomeriggio, la sera balla e in seconda serata se va bene litiga, se no si prende direttamente a calci. Evviva. Compiliamo il questionario. Domande su età, sesso, titolo di studio, regione e partiamo con le cose serie. «Secondo lei oggi i programmi Rai si differenziano da quelli delle tv commerciali e da quelle della tv a pagamento?». Domanda utilissima, ricordo che in effetti se la faceva anche Pippo Baudo prima di passare a Mediaset all’epoca dell’impero Babilonese. E poi scusate, ma così non torniamo al punto di cui sopra: se fai parte dello schieramento discriminato, quello dell’oddio non hai Sky??? , quello che non ha la tv a pagamento, come fai a rispondere? Tiri a caso, immagino.

Andiamo avanti. «Per rafforzare il senso di identità nazionale di cosa dovrebbe occuparsi il servizio pubblico?» Tra le opzioni di risposta ovviamente non c’è un’informazione in grado di far capire almeno cosa andremo a votare a ottobre per evitare di fare la fine degli inglesi che non sanno ancora se devono trasferirsi tutti in Scozia, o sperare che si avveri la profezia della Meloni, cioè che Dublino diventi inglese. Ma veniamo al pezzo forte. «Secondo lei cosa potrebbe aiutare a migliorare l’indipendenza dell’informazione del servizio pubblico?». Già è una cosa: il Governo ammette che forse in Rai la libertà di informazione non è poi così spiccata, che insomma sì potrebbe anche migliorare. Già, ma come? Opzioni di risposta: «Conoscendo i curricula e i criteri di scelta dei direttori dei Tg», ahah. «L’assunzione in base a concorsi», ahahah. «Un codice di autoregolamentazione dei giornalisti Rai», ahahaha. «Più spazio al giornalismo investigativo e di inchiesta», ahahahahahahaahahaha.

Ma il “Tu, come la vedi?”, non c’è? Il questionario sarà on line fino al 30 giugno. Chi vuol partecipare fa ancora in tempo. Poi i risultati saranno girati direttamente a Quelo.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Matteo Renzi)