Pubblicato il 29/05/2016, 16:04 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: La tv italiana ferma da anni, tra usato sicuro e tentativi di innovazione

Alle reti nazionali verrebbe da dire: coraggio, potete osare di più!

 

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 55, di Aldo Grasso

LA TELEVISIONE IN NUMERI

La tv italiana ferma da anni, tra usato sicuro e tentativi di innovazione

 

Alle reti nazionali verrebbe da dire: coraggio, potete osare di più!

In questa seconda parte della stagione, l’ offerta dei canali nazionali si può suddividere in due grandi categorie: l’«usato sicuro» da un lato – quello che è già ampiamente noto agli spettatori, che continua a fare grandi ascolti e a rassicurare (in giro ci sarà anche la crisi, ma la tv italiana sa essere sempre uguale a sé stessa, immobile e imperturbabile); e i tentativi di «innovazione», la ricerca di storie nuove e linguaggi inediti, che però faticano a ingranare, a trovare un loro pubblico. Non sarà forse perché questi tentativi di «innovazione» sono ancora troppo timidi, e finiscono per assomigliare all’«usato sicuro»?

Tre esempi sono del tutto indicativi. Italia 1 vuole ritrovare la propria identità di rete «giovanile», che vada oltre l’ usato sicuro delle «Iene»? Ecco che nasce «Flight 616», otto puntate di un format fin troppo ispirato a «Pechino Express»: la partenza è un po’ faticosa, il miglior ascolto si registra alla terza puntata, con 1.098.000 spettatori e il 4,9% di share (circa un punto in meno della media di rete nel periodo), pur con un buon risultato fra i 20/30enni (12,5%). Secondo esempio: La7 vuole «alleggerire» la propria identità «news-oriented» con i comici e la cucina: ma né «Eccezionale Veramente» (2,9%) né «A cena da me» (1,1% nella prima settimana) vanno oltre la media di rete (4,2%).

Terzo esempio: un gruppo pur innovativo come Discovery prova a fare la generalista e lancia – con grande sforzo di promozione – il «dating» dei nudi «Undressed», in onda su Nove: le ultime puntate registrano solo il 2,3% di share (150mila spettatori).

In giro per il mondo la tv è cambiata, quella italiana sembra bloccata a dieci anni fa, fra «usato sicuro» e novità troppo simili al vecchio.

(a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.

(Nella foto, un’immagine di archivio)