Pubblicato il 30/04/2016, 15:33 | Scritto da La Redazione

Finisce in tribunale la lite tra Striscia la Notizia e l’Agenzia delle entrate

Finisce in tribunale la lite tra Striscia la Notizia e l’Agenzia delle entrate
Il tg satirico: Fisco contesta i valori degli immobili e stanga i cittadini. La replica: Invitano a bruciare casa ai nostri funzionari.

È guerra tra il tg satirico di Canale 5 e il Fisco.

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 9, di Aldo Fontanarosa.

Il tg satirico: Fisco contesta i valori degli immobili e stanga i cittadini. La replica: Invitano a bruciare casa ai nostri funzionari.

Striscia la Notizia e l’Agenzia delle Entrate viaggiano verso una lite in Tribunale senza esclusione di colpi. Il telegiornale satirico di Mediaset lamenta l’ultimo presunto abuso dell’Agenzia, vittima chi ha comprato un immobile. L’Agenzia furiosa denuncerà Striscia per istigazione a delinquere. Avrebbe invitato i cittadini a bruciare casa ai funzionari firmatari delle contestazioni fiscali. Dall’8 marzo, Striscia ha proposto 25 servizi (l’ultimo ieri sera) per criticare le prepotenze dell’Agenzia. Centinaia di italiani hanno acquistato una casa, un locale, un terreno concordando il prezzo con il venditore oppure con il giudice (in caso di asta in Tribunale ). Quindi hanno versato le imposte di registro, ipotecaria e catastale in base al prezzo pagato per il bene. Tutto corretto? L’Agenzia fa degli accertamenti e in alcuni casi obietta che il valore del bene è molto più alto. Un signore toscano compra un terreno non edificabile per 3.000 euro? L’Agenzia sostiene che ne vale 39.450 perché confina con la casa e ne aumenta il valore. Per questo, vuole 8.058 euro tra ricalcolo delle imposte e multe.

L’Agenzia non prende bene la campagna di Striscia e sollecita l’Avvocatura dello Stato a denunciare la trasmissione e Mediaset sia per diffamazione sia per istigazione a delinquere. Nella sua memoria all’Avvocatura, l’Agenzia allega un fermo immagine che è tratto dal secondo servizio tv di Striscia. Si vede come un cartello che recita: «Trovare l’indirizzo del funzionario o dirigente che ha firmato e bruciargli la casa». È quasi un invito a farsi giustizia da soli contro i dipendenti dell’Agenzia che muovono le obiezioni fiscali. L’Agenzia poi non ha gradito che i servizi tv abbiano il titolo «Rapine in corso», a sinistra dello schermo. L’Agenzia assicura che almeno alcuni dei contribuenti vessati hanno detto in televisione cose parziali, interessate o false. L’Agenzia osserva che Striscia non ha mai chiesto verifiche o repliche sui fatti denunciati. In caso di errori, il Fisco avrebbe ammesso serenamente le sua colpe.

Antonio Ricci, padre di Striscia, dice: «L’Agenzia vuole trascinarci in Tribunale? Sarebbe una causa temeraria. Chi glieli paga chiedo io, gli avvocati? Noi in ogni caso abbiamo centinaia di cittadini pronti a difenderci in qualsiasi sede, incluso il Tribunale per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo». L’invito a bruciare la casa dei funzionari dell’Agenzia non era di Striscia, che si sarebbe limitata a riportare lo sfogo di un contribuente esasperato. «L’Agenzia – ancora Ricci – vuol far credere che abbiamo aizzato i cittadini quando è vero il contrario». Le azioni violente, che pure non sono mancate contro l’Agenzia «sono tutte precedenti alle nostre inchieste». Striscia rivendica infine un successo. Nella sua circolare del 28 aprile, l’Agenzia suggerisce ai dipendenti di fare sempre un sopralluogo prima di contestare il valore di un bene. Novità procedurale effetto forse della campagna tv.

(Nella foto Antonio Ricci)