Pubblicato il 14/02/2016, 14:03 | Scritto da Tiziana Leone
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Sanremo – La finale in 12 polpette avvelenate: Rocco Hunt pare Doraemon, Zero Osho e Bolle Emanuele Filiberto

Sanremo – La finale in 12 polpette avvelenate: Rocco Hunt pare Doraemon, Zero Osho e Bolle Emanuele Filiberto
Ieri nella finale vinta dagli Stadio, Renato Zero si è incartato in un incomprensibile sermone. Tra gli ospiti anche Cristina D'Avena, la madre di tutti i Puffi e la coppia Pieraccioni-Panariello a Sanremo, ma solo per spot.

Arisa: mi raccomando, prima di prendere l’aereo ricordati di levarti il cassonetto.

Cristina D’Avena: lei ancora canta. I Puffi sono già tutti morti.

Rocco Hunt: mentre era sul palco, dietro le quinte Cristina D’Avena è stata tutto il tempo lì a chiedersi “Non sapevo che Doraemon fosse napoletano”.

Roberto Bolle: balla mezzo nudo e sembra un Dio. Entra vestito in giacca e cravatta e parla come Emanuele Filiberto.

Peppe Vessicchio: ma quando a casa lo moglie lo chiama “Peppeee è prontooo” lui che fa, l’inchino?

Panariello-Pieraccioni: simpatici sono simpatici. Ridere fanno ridere. Però dai l’abbiamo capito tutti che se non c’era da fare lo spot alla vostra reunion di Verona a Sanremo non c’andavate.

Renato Zero: ci aveva regalato il triangolo no, ma è bastato che Conti gli desse un attimo il microfono ed è diventato Osho.

Madalina Ghenea: come si dice “se non scendevo stè scale mezza nuda che m’avevano chiamato a fa?” in rumeno?

Irene Fornaciari: a presentarla ci pensa Serena Dandini. Era l’unica libera mi sa.

Carlo Conti: lunedì arriva presto in viale Mazzini che sei l’unico ad avere le chiavi.

Quanto sò fico Garko: su Gabrieli è finita. Ti hanno fatto leggere pure la poesia, anche se non te ne sei manco accorto. Ti hanno persino ascoltato tutti, non come a Natale che quando da piccolo recitavi la poesia pure mamma ti diceva: “Ah Gabrieli e mo’ basta tanto da grande mica vorrai fare l’attore”. Ci mancherai Gabrielì.

Stadio: vincono e non ci credono. Tutti gli altri credevano di vincere.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto, da sinistra, Giorgio Panariello, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni)