Pubblicato il 12/02/2016, 18:34 | Scritto da Tiziana Leone
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Sanremo – Miele è fuori. I 120mila spettatori in meno della terza serata? A guardare “Il Segreto” o Lazio-Verona

Cara Miele, per noi è “no”. Sarà anche vittima del primo calo di tensione di un Festival dei miracoli, ma per la giovane siciliana non c’è nulla da fare. Il regolamento parla chiaro: in finale arrivano solo quattro giovani. Non cinque. Così se l’artista vorrà potrà arrivare sul palco, cantare e andarsene così come è arrivata. Dura lex sed lex. La decisione è arrivata oggi nel pomeriggio, dopo che questa mattina in conferenza stampa il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, aveva spiegato l’errore tecnico che ha portato al ribaltamento del risultato. «Il voto espresso dalla sala stampa è stato viziato da un problema tecnico, che non ha consentito di raccogliere il voto di oltre l’80% dei giornalisti aventi diritto – ha dichiarato -. L’Ipsos lo ha definito “calo di tensione”, non si conosce la causa che ha creato questo problema, motivo per cui è comparsa la polizia postale. A fronte di una media di 125 voti, sono stati calcolati solo 25 voti, un numero considerato non sufficientemente rappresentativo della giuria della sala stampa quindi è stato ripetuto durante il break pubblicitario con un risultato definitivo». Quindi cara Miele il voto è valido, arrivederci e grazie.

Abbandonata la ragazza al suo destino, c’è da sistemare la questione calo di ascolti, quei 120mila spettatori che ieri sera hanno tradito Carlo Conti per vedere Il segreto su Canale 5 o la partita Lazio-Verona sui canali pay. Ne è certo Leone, che sottolinea l’alto gradimento tra i giovani, nonostante la serata fosse ad alto tasso di vecchiaia. «I giovani tra i 15 e i 24 anni hanno seguito il Festival. Il loro target si conferma oltre il 56%». Ma in conferenza stampa, oltre alla solita tassa del sindaco Biancheri, c’era da pagare anche quella del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, felice di annunciare che questa sera, quando premierà i giovani, lo farà con al petto un simbolo preciso: «Quello di due ragazzi coraggiosi che servivano il nostro Paese: mi piacerebbe che fosse il simbolo di tutti i ragazzi italiani che difendono l’Italia nel mondo». Toti in difesa dei marò, tutti gli altri dei diritti civili. «Credo che ogni artista abbia il diritto di esprimere le proprie idee, anche se magari non coincidono con le mie – spiega il politico di Forza Italia -. Non avrò problemi a salire con il mio tricolore sul bavero, così come altri porteranno il nastro arcobaleno, purché si rispettino le opinioni di tutti».

Sistemato Toti, è il turno di Gabriel Garko, bersaglio di molte domande sul suo inevitabile ruolo di valletto. «Sono un supervalletto – sorride -. In realtà sono molto peggio nella vita. Sul palco non posso dire parolacce, e non posso scherzare con il sesso come faccio di solito. Però fatemi godere questo momento. Con Carlo comunque il Festival lo rifarei ». Stasera si esibiscono tutti i 20 big. Questo l’ordine di uscita: Annalisa, Zero Assoluto, Rocco Hunt, Irene Fornaciari, Caccamo-Iurato, Enrico Ruggeri, Francesca Michielin, Elio e le storie tese, Patty Pravo, Alessio Bernabei, Neffa, Valerio Scanu, Dear Jack, Noemi, Stadio, Arisa, Lorenzo Fragola, Bluvertigo, Dolcenera e Clementino.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Miele e Carlo Conti di spalle)