Pubblicato il 11/02/2016, 18:32 | Scritto da La Redazione
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Gruppo d’ascolto under 25: un grande Elio in una serata tutto sommato nella media

La seconda serata del Festival si apre con la gara delle Nuove proposte, scelta apprezzabile visto che fino a qualche anno fa venivano relegate dopo la mezzanotte. I brani portati in gara dai ragazzi sono tutti interessanti, forse perché si scontravano i quattro con maggior appeal radiofonico (assieme a Gabbani che si esibirà oggi). Tra Cecile (6,5) e Chiara Dello Iacovo (7), ha la meglio quest’ultima, nonostante la potenza vocale di Cecile e il forte contenuto di N.E.G.R.A. Introverso, invece, è un brano che ha il merito di rimanere in testa già a un primo ascolto, pur non essendo banale. Ermal Meta (6,5), già navigato autore e compositore, ha la meglio sul giovanissimo Irama (7), che ha però dimostrato di saper calcare bene un palcoscenico molto importante. Ne risentiremo parlare, o almeno ce lo auguriamo. Si prosegue poi con la seconda manche dei Big. Nel complesso la media delle canzoni di questa serata può essere classificabile con un 6 politico, con qualche rara (e positiva) eccezione.

Il ritmo della serata è sempre molto incalzante, Carlo Conti dirige il tutto con il piglio sicuro del padrone di casa, forte (e rinfrancato) del 49,5% di share raggiunto nella prima serata. Ad accompagnarlo nella conduzione un’esilarante Virginia Raffaele nei panni dell’etoile Carla Fracci (imitazione più complicata della Ferilli, ma perfettamente riuscita) e i due “co-conduttori” Gabriel Garko e Madalina Ghenea, con abiti finalmente degni del Festival. Ospiti di grande impatto anche nella serata di ieri: Salut Salon, Eros Ramazzotti, Nicole Kidman, Ezio Bosso, Ellie Goulding, Nino Frassica e Antonino Cannavacciuolo. Particolare attenzione merita sicuramente la performance di Ezio Bosso, che ha creato un’atmosfera magica e ha fatto scendere sull’Ariston un velo di commozione. Meravigliosa la chiusura con «la musica, come la vita, si può fare solo in un modo: insieme». Tornando alla gara canora, a finire nella “zona rossa”, quella del rischio eliminazione, sono: Dolcenera, Neffa, Zero Assoluto e Alessio Bernabei. Passiamo allora in rassegna le performance dei big, in ordine di esibizione.

Dolcenera 6,5: originale la scelta di un blues e sicuramente una performance canora impeccabile, sostenuta da un ottimo accompagnamento al pianoforte, ma il brano presentato non sembra presentare elementi di novità. Ripetitivo nelle armonie, un prodotto sicuramente da lei già sperimentato, sentito e risentito.

Clementino 6,5: portare il rap sul palco di Sanremo, si sa, è sempre un rischio e la critica più conservatrice non tarderà a ricordarcelo, ma Clementino sembra non avere paura. Sul palco appare sì visibilmente emozionato, ma anche sicuro e a suo agio, tanto che prima di iniziare a cantare richiama l’attenzione del pubblico, quasi non fosse in un teatro composto e silenzioso come l’Ariston. Ritmo, fiato e simpatia, un brano sicuramente radiofonico e un testo che si fa ricordare. Ci sembra un mix che potrà funzionare, non tanto per la vincita, ma per consolidare ancor più la sua fama tra i più giovani. Peccato per qualche, prevedibile, stonatura nel ritornello.

Patty Pravo 6: stella indiscussa di questo Festival, terza concorrente in gara di questa seconda serata. Sicuramente una delle canzoni più attese, carica di aspettative. Il brano curato ed editato da Zampaglione non lascia dubbi: testo all’altezza delle previsioni positive, musica tipicamente in linea con quelli che sono stati i più grandi successi dell’artista. L’età, però, comincia a farsi sentire soprattutto sulla voce, motivo per cui le strofe in particolare risultano poco comprensibili e calanti nell’intonazione.

Valerio Scanu 6,5: scelta sicuramente molto strategica per questo contesto. Il testo e la musica di Fabrizio Moro, abbinati alla sua forza nel televoto, gli permetteranno di arrivare molto in alto in questo Festival. Il brano è forte e molto orecchiabile, la linearità della sua voce dona sicuramente un valore aggiunto all’esibizione, rischiando però di rendere la performance piatta e senza particolari sbalzi carichi di potenza musicale.

Francesca Michielin 6: con il suo consueto look acqua e sapone, la ventenne Michielin si presenta sul palco dell’Ariston con un brano non molto efficace nel testo. Nessun grado di separazione risulta sicuramente orecchiabile e piacevole all’ascolto, non tanto per il testo in sé, ma per le doti vocali e interpretative della giovane artista.

Alessio Bernabei 6: il sesto campione in gara di questa 66esima edizione di Sanremo non sembra particolarmente turbato dalla separazione dai Dear Jack. Si presenta sul palco carico e sicuro di sé. La canzone sarà probabilmente tra le più ascoltate e le più trasmesse di questo Festival. Testo facilmente cantabile e semplice, forse fin troppo semplice.

Neffa 6,5: peccato per le stonature sul finale. Il pezzo è carino, radiofonico e originale negli arrangiamenti. Stile Neffa e non dispiace. Non risulta chiaro se fosse un po’ sottotono o se fosse talmente rilassato e sicuro di sé da non preoccuparsi dell’esibizione.

Elio e le Storie Tese 8: finalmente la Musica. Un Elio intonatissimo e un grande pezzo. Surreale, originale e divertente, pieno di tanti spunti musicali, da riascoltare più e più volte. Il gruppo mostra anche in quest’occasione grandi conoscenze tecniche, tanta voglia di divertirsi insieme al pubblico e un’enorme passione per il proprio lavoro, elementi che vengono messi in evidenza nella creazione di una vera e propria rapsodia, carica di minuziose particolarità e tocchi artistici geniali. Insomma, un bellissimo brano in pieno stile Elii. Grazie per non averci deluso.

Annalisa 6,5: indiscutibilmente bellissima, una dea. Intonata e misurata, potente, ma senza strafare. Unica pecca? Il brano. Il diluvio universale sembra ricordare Loredana Bertè nella prima parte e Jovanotti (Tasche piene di sassi) nella seconda e tratta di un nuovo, incredibile e originalissimo tema: amore e storie difficili. Potrebbe provare a variare e a sperimentare, perché ha tutte le carte in regola per fare molto di più.

Zero Assoluto 6,5: «Per dimenticare, per dimenticarmi di te». Ah no, non era questa. Nonostante l’evidente somiglianza nello stile e nel contenuto della maggior parte dei brani presentati nel corso degli anni dal duo romano, Di me e di te risulta piacevole, senza troppe pretese. Sappiamo già che la riascolteremo e che gli adolescenti la adoreranno.

 

A cura di www.radioluiss.it Andrea Giachi, 25 anni, laureato in International Relations; Federica Bianchini, 22 anni, specializzanda in Management; Cecilia Menichella, 21 anni, studentessa di Scienze Politiche; Lorenzo Tawakol, 20 anni, studente di Economia e Management.

 

(Nella foto Elio e le storie tese)