Pubblicato il 20/01/2016, 15:30 | Scritto da Andrea Amato

Fabio Fazio e la radiazione da un Ordine dei Giornalisti che non ha più senso di esistere

Fabio Fazio e la radiazione da un Ordine dei Giornalisti che non ha più senso di esistere
Il conduttore di “Che tempo che fa” rischia l’esclusione dall’Albo per essere testimonial del nuovo spot Tim-Telecom. Un giornalista non può fare pubblicità, ma ha ancora senso nel 2015 avere un organismo del genere?

Fabio Fazio rischia la radiazione dell’Ordine dei Giornalisti per essere il testimonial del nuovo spot di Tim-Telecom. Un giornalista non può fare pubblicità, questo dice il codice etico dell’ordine professionale, a cui il conduttore di Che tempo che fa su Rai 3 è iscritto nell’Albo dei Pubblicisti della Liguria. Fazio si difende dicendo che aveva avvertito l’Ordine a novembre e che ora aspetta il Consiglio di Disciplina. Il divieto è chiaro e anche logico: se un giornalista fa la pubblicità per un prodotto o un’azienda, come potrebbe essere imparziale nel parlare di quel prodotto o di quell’azienda? La sua libertà sarebbe a rischio.

Vero, perfetto. Ma nel 2015 i giornalisti italiani sono davvero liberi? Sono forse liberi di scrivere ciò che vogliono i colleghi del Corriere della sera, la cui proprietà è in mano a Fiat, Della Valle, Cairo, ecc…? Sono forse liberi i giornalisti de La Repubblica, il cui editore De Benedetti ha società praticamente in ogni campo imprenditoriale? Sono liberi i cronisti de La Stampa, giornale di proprietà della Fiat? E i colleghi de Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi come tutte le testate Mondadori? Tutti liberi e senza condizionamenti?

Quindi, purtroppo, noi giornalisti non dobbiamo ragionare se Fabio Fazio deve essere radiato dall’Ordine, perché è ovvio che sia così, ma dobbiamo piuttosto chiederci se ha ancora senso avere un Ordine, che non può più garantire diritti e doveri di una categoria alla mercé del migliore offerente.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Fabio Fazio nello spot Tim-Telecom)