Pubblicato il 10/01/2016, 15:04 | Scritto da Andrea Amato
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Maggioni parla di “servizio pubblico”, ma in realtà la Rai è una tv commerciale a tutti gli effetti, schiava dell’audience

Ieri il Corriere della sera ha pubblicato un’intervista a Monica Maggioni, presidentessa della Rai (leggi qui). Una sorta di comizio senza contraddittorio, perché evidentemente, dopo le “gaffe” di Capodanno (leggi qui), in Viale Mazzini hanno sentito l’urgenza di comunicare. Un’occasione persa per il collega Paolo Conti, che non ha nemmeno provato a provocare Maggioni su temi molto caldi. Sappiamo bene che, mai come in questo momento storico, la figura del presidente della tv di Stato è solo di facciata, di rappresentanza. Per questo anche Maggioni nella pagina sul Corriere non ha fatto altro che enunciare luoghi comuni, promettere grandi cambiamenti, assicurare pluralismo, declamare frasi fatte sul servizio pubblico. E proprio su questo tema ci sono saltati i nervi. Maggioni dice, riguardo il minuto anticipato di Rai 1 per il brindisi di Capodanno: «Se così fosse, ci saranno sanzioni conseguenti. È anche una questione di principio. Sarebbe il tipico esempio di ciò che la Rai non deve essere: ovvero un soggetto come tutti gli altri che accetta la concorrenza sul piano totalmente commerciale come ci ha insegnato la vecchia logica del duopolio e della corsa allo share. La Rai non è una tv qualsiasi, ma il luogo in cui il Paese trova certezze e punti di riferimento. Deve assicurare assoluta credibilità e qualità, e quindi anche l’ora giusta. Questo è servizio pubblico».

A questo punto Maggioni e Campo Dall’Orto devono dirci seriamente che Rai vogliono: vero servizio pubblico o competitività commerciale? Perché questo è il nodo, al di là delle belle parole spese in interviste concordate. Se sono sincere le parole dette dalla presidentessa, allora da domani dovranno togliere dall’onda Affari tuoi, un gioiellino perfetto per fare ascolti, ma lontano dal significato di servizio pubblico. Da domani La vita in diretta diventa un vero rotocalco di informazione, lasciando a casa inutili opinionisti da cronaca rosa. Da domani il Tg1 andrà in onda alle 20 e non alle 19.57 per bruciare il Tg5 sugli ascolti. Da domani Ballando con le stelle non sforerà regolarmente di 45 minuti la sua messa in onda per raggranellare audience nella notte, rimandando il Tg di mezzanotte (quello sì servizio pubblico) in nome dell’Auditel. Da domani la Rai smetterà di pagare milioni di euro al comune di Sanremo per il Festival, investendo quei soldi in documentari. Da domani Rai News24, che ha molti più giornalisti assunti di Sky Tg24, dovrà iniziare a marciare a un ritmo diverso. Da domani verrà licenziata da Viale Mazzini quella strana figura professionale che vive guardando la concorrenza, per decidere quando mandare in onda la pubblicità, giocando sul filo dei secondi.

Se da domani tutte queste cose non cambieranno, vorrà dire che l’affaire Capodanno è solo una scusa per fare piazza pulita interna, per regolare dei conti. Sappiamo benissimo che Maggioni e Campo Dall’Orto hanno un lavoro complicatio in una Caienna popolata da serpi, ma se non cambiano davvero le cose, allora è meglio che evitino di rilasciare interviste senza senso.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Monica Maggioni)