Pubblicato il 01/12/2015, 13:35 | Scritto da La Redazione
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La criminologa di Vespa e gli affari con la polizia – Quel reportage sulla Consulta che porta all’ernia iatale

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 15, di Ferruccio Sansa.

La criminologa di Vespa e gli affari con la polizia

Un sindacato: “Costose forniture alla Scientifica da azienda legata alla Ong di Bruzzone. E spot a ‘Porta a Porta’”.

Un esposto al capo della polizia Alessandro Pansa. Poi una lettera protocollata al ministro Angelino Alfano, al presidente della Commissione parlamentare Rai Roberto Fico e al presidente Rai Monica Maggioni. Titolo: “Caso Bruzzone-Vespa”. A scrivere un gruppo di dirigenti che si raccoglie dietro la sigla Polizia Nuova Forza Democratica. Che non per la prima volta critica i massimi vertici della polizia. Oggetto: pubblicità occulta, forniture di materiale per la polizia scientifica. E convegni organizzati presso la Questura di Roma da società private. Il principale bersaglio delle critiche è la criminologa Roberta Bruzzone, una delle regine del salotto politico più famoso d’Italia: Porta a Porta. Sì, la trasmissione di Bruno Vespa viene nominata più volte. Anche per la famigerata puntata in cui ospitò i Casamonica. Non sarebbero comportamenti illeciti, fino a prova contraria. Ma la lettera, visti i nomi in gioco, sta creando polemiche negli ambienti delle forze dell’ordine e della Rai. Mentre Bruzzone smentisce e annuncia querele.

Primo: il sindacato punta il dito sui costi del materiale in uso alla polizia scientifica come la polvere per il rilievo delle impronte digitali. «Sarebbe possibile – si sostiene – acquistare prodotti della medesima qualità evitando i dazi doganali sui prodotti americani con un risparmio dal 20 al 30%». Che cosa c’entrerebbe Bruzzone? Da visure effettuate dal Fatto non risulta sia socia dell’impresa importatrice. Filippo Bertolami, segretario Pnfd, aggiunge però: «Dai siti Internet della società di Bruzzone emerge che l’importatore ha una partnership con la sua fondazione. Così come, peraltro, con lo stesso programma della tv pubblica Porta a Porta». Per questo il sindacato parla di «pubblicità occulta, svolta anche con magliette e sottopancia nel corso delle trasmissioni».

Il punto: «L’Accademia internazionale di scienze forensi (una Ong che fa capo a Bruzzone, ndr.), che beneficerebbe di tale pubblicità ha un sito che trasferisce ad arte sul sito della Csi Academy, società di consulenza che si occupa di perizie e di formazione. Un’impresa con un logo quasi identico a quello dell’associazione no profit». Gli stessi soggetti che organizzano, riferisce Bertolami, eventi e corsi presso i locali della Questura di Roma: «Per i poliziotti di un sindacato sono gratuiti, ma tutti gli altri devono pagare. Chiediamo se sia possibile che un locale istituzionale sia utilizzato per iniziative a fini di lucro». Il Fatto Quotidiano ha raccolto le versioni di tutti gli interessati. Pubblicità occulta nel salotto più famoso della Rai? Bruno Vespa giura: «Mi pare impossibile. Sto molto attento. Se qualcuno l’ha fatto, non accadrà più. Stiamo attentissimi». Bruzzone aggiunge: «Quella lettera riferisce un mucchio di falsità. Ho già consegnato personalmente una lettera al capo della polizia per chiarire le cose». E la fornitura per la polizia scientifica effettuata da società legate a Bruzzone? «Se i prodotti costano più che se fossero comprati in America dipende dai dazi doganali e dalla spedizione», assicura il titolare. Fonti della polizia aggiungono: «Ci sono regolari gare». Ma quegli eventi realizzati negli uffici della Questura? «Il corso è organizzato da un altro sindacato. Ma se non sarà gratuito per tutti non concederemo gli spazi».

 

Rassegna stampa: Libero, pagina 27, di Francesco Specchia.

Quel reportage sulla Consulta che porta all’ernia iatale…

«L’ho scritto io? Non mi ricordo, l’ho scritta tempo fa; ho scritto delle sentenze senza essere d’accordo…». Così risponde al giornalista Giuliano Marrucci, con un sorriso spiazzante, il napoletanissimo presidente emerito della Consulta Giuseppe Tesauro alla domanda sulla dichiarata incostituzionalità della pensioni d’oro. Il giovane collega Marrucci, nel confezionare l’istruttivo reportage La Gran Corte (Report, domenica, Rai 3 prime time) deve averci guadagnato se non un’ulcera, almeno un travaso biliare o un reflussino gastrico. Già fare un’inchiesta sulla Corte Costituzionale è impresa omerica. Poi parlare con gli (ex) magistrati emeriti diventa sforzo junghiano. «In Germania i giudici della Corte Costituzionale guadagnano 180 mila euro lordi, l’anno. Negli Usa 220.000 e in Spagna 140.000. in Italia ne guadagnano 360.000, anche se in ufficio vanno di solito appena 3 giorni ogni 2 settimane e anche se molti di loro cumulano allo stipendio anche una o più pensioni, nonostante una legge del ’53 lo vieti .

«Cosa fanno i giudici italiani per guadagnare i doppio dei tedeschi e il triplo degli spagnoli?» chiede Marrucci con l’accento toscano che tradisce l’ebollizione. E un altro emerito, il Presidente Annibale Marini, un signore claustrale che parla unendo spesso le mani, come in preghiera, candidamente risponde: «Però il costo della vita in Germania è A, in Italia è B, in Spagna è C…». Appunto, dice Marrucci stizzito. E Annibali, alla successiva domanda sulla terzietà dei giudici pacatamente ribatte: «Bah, cosa vuole i giudici sono uomini, si lasciano influenzare un po’ da tutto…». Poi c’è l’emerito Paolo Maddalena che al quesito sugli stipendi aumentati dal governo Berlusconi di 3500 euro al mese netti (mal gliene incolse…) sospira: «è un lavoro pesantissimo e di altissima qualità». Come se tutti gli altri facessero un lavoro inutile e un po’ di merda. Marrucci è paonazzo, urla le domande. Poi un costituzionalista afferma che, dato che il Parlamento non ha eletto i suoi, dei 12 giudici in carica, «se uno si ammala tutto si blocca». Marrucci è incazzatissimo, le vene gli pulsano. E al quel punto le sentenze della Consulta sugli autovelox, sui dirigenti dell’Agenzia dell’Entrate illegittimi, sulla Tobin Tax passano in secondo piano nella surrealtà fastidiosa dell’insieme. Bel pezzo. Ma non so a Marrucci. A me è venuta una puntina di ernia iatale…

 

(Nella foto Roberta Bruzzone)