Pubblicato il 28/11/2015, 12:01 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa – Sfida europea sulla pay

Rassegna Stampa: Milano Finanza, pagina 24, di Andrea Montanari 

Sfida europea sulla pay

Sempre più ampio il fronte di operatori in campo per un bacino di 45 milioni di clienti. Sky rallenta in Italia per Premium ma cresce in Uk e Germania. Vivendi scende in Francia e Polonia

Il bacino nel quale operare è ampio e in costante crescita: oggi è rappresentato da più di 45 milioni di clienti (vedere dati dettagliati in tabella), in aumento rispetto ai quasi 43 milioni di neppure un anno fa. A stimolare questo trend è il numero crescere di operatori televisivi e telefonici che, sfruttando la tecnologia e le infrastrutture, stanno combattendo una guerra all’ultima offerta. Per fare un semplice esempio di politica commerciale particolarmente aggressiva, venerdì 27 novembre, il cosiddetto Black Friday, in Spagna Vodafone – sbarcata nel marzo dello scorso anno con un investimento di 7,2 miliardi di dollari per rilevare l’operatore Ono – ha offerto a chi sottoscritto un abbonamento integrato cavo e telefonia (Vodafone One) un anno di visione gratuita della propria pay tv per cercare di conquistare il maggior numero di nuovi abbonati e rosicchiare quote di mercato al leader incontrastato, Telefonica Questo anche se il mercato iberico è il più piccolo, in termini di dimensioni delle offerte televisive a pagamento, dei cinque principali Paesi europei. Ma è certamente uno dei più stimolanti in chiave prospettica soprattutto se si pensa all’enorme ed esteso bacino potenziale di telespettatori di lingua spagnola in Sud America. Dove, infatti, è già ben piazzata (Brasile, Cile, Perù, Colombia e Venezuela) la compagnia telefonica presieduta da Cesar Alierta, divenuta il patria il big da combattere dopo l’acquisizione a metà dello scorso anno per una cifra complessiva vicina al miliardo di euro della piattaforma Digital+ (della quale era azionista anche Mediaset España). E sempre il mercato spagnolo è quello nel quale, in termini di offerta televisiva pay, si stanno sfidando tre gruppi di tlc, seppure integrati e multipiattaforma.

Sempre un altro player telefonico, Bt, sta cercando a fatica, e investendo parecchio (2 miliardi solo per l’acquisto di due dei sette pacchetti dei diritti tv della Premier League in asta), di contrastare la storica egemonia di Sky Plc, il braccio operativo europeo della 21st Century Fox di Rupert Murdoch, primo operatore continentale con 21,1 milioni di abbonati, più della metà dei quali, esattamente 12 milioni, in Inghilterra e Irlanda. Ma la compagnia telefonica britannica non molla, visto che nel novembre di due anni fa ha speso poco di 1 miliardo (il doppio di quanto pagato da Sky per il triennio precedente) per strappare alla pay del tycoon australiano i diritti per tre stagioni della Champions e dell’Europa League. Nonostante questa sfida, Oltremanica i telespettatori continua ad apprezzare l’offerta della tv a pagamento di Murdoch visto che, dati alla mano, il 30 settembre scorso, al termine del primo trimestre dell’esercizio fiscale 2015-2016, i sottoscrittori dei pacchetti Sky erano cresciuti del 4,6% rispetto allo stesso periodo precedente. Distanziando enormemente Bt, che oggi vale un decimo, in termini di mercato, del leader di mercato, nonostante abbia registrato nell’ultimo trimestre l’incremento record di sottoscrizioni: +106 mila rispetto allo scorso giugno.

La pay dello Squalo australiano domina anche perché è l’unico operatore satellitare di fatto in Germania: questa posizione le permette di incrementare costantemente il bacino, salito oggi a 4,37 milioni di clienti.

Sky rallenta invece in Italia da due trimestri, e a fine settembre il numero di clienti è sceso a 4,69 milioni. Una delle cause può essere certamente riscontrata nel potenziamento dell’offerta, in particolar modo calcistica, del competitor, la pay tv digitale Mediaset Premium, salita a 1,815 milioni clienti (+112 mila rispetto allo scorso luglio, un balzo quindi superiore a quello di Bt) e che ora viaggia verso gli 1,9 milioni di abbonati. La pay del Biscione, nel cui capitale figura Telefonica con l’11%, ha speso tanto (1,8 miliardi per i diritti triennali della serie A e della Champions League, quest’ultima in esclusiva) per questa guerra calcistico-televisiva, che a fine settembre ha fruttato ricavi per 406,1 milioni (+0,9%) a fronte di costi per 769,4 milioni (+10%). Ma nel futuro di Premium potrebbero esserci novità strutturali, visto che da tempo si parla di un interessamento di Vivendi, primo socio di Telecom con oltre il 20%, mentre in passato erano circolate indiscrezioni circa offerta, poi rifiutate, da parte di Sky.

E proprio il gruppo francese di Vincent Bolloré deve guardarsi le spalle sul mercato domestica. I contendenti in questo campo sono Orange, che oltre all’offerta pay può contare sul bacino rappresentato dai clienti dell’iptv, e l’emittente del Qatar BeIn (gruppo Al Jazeera), è già arrivata a 2,5 milioni di clienti con l’obiettivo di toccare la soglia dei 3 milioni con i prossimi Europei di calcio a giugno e luglio. Una guerra che ha fatto perdere, anno su anno, 88 mila abbonati a Vivendi.