Pubblicato il 27/11/2015, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Rai, newsroom addio. Verdelli coordinatore dell’offerta editoriale – Mazzuca: “L’informazione viene prima della politica”

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 17, di Marco Mele.

Rai, newsroom addio. Verdelli coordinatore dell’offerta editoriale

Le decisioni del cda.

La Rai archivia le newsroom e gli esuberi dei giornalisti. È questo il senso della nomina di Carlo Verdelli a direttore editoriale dell’azienda di servizio pubblico. Una nomina approvata dall’intero consiglio di amministrazione, con la sola astensione di Arturo Diaconale. Verdelli è stato direttore di Sette, vicedirettore del Corriere della Sera e direttore di Vanity Fair e della Gazzetta dello Sport, oltre che vicepresidente esecutivo di Condè Nast. Luigi Coldagelli è stato nominato capo ufficio stampa in sostituzione di Fabrizio Casinelli e arriva dall’esterno dell’azienda, così come Carlo Verdelli. Pierpaolo Cotone, 64 anni, sarà il nuovo capo dell’ufficio legale della Rai, in sostituzione dl dimissionario Salvatore Lo Giudice: l’ultimo incarico in Bnl, prima, tra gli altri in Telecom Italia e Alitalia. Franco Siddi, consigliere di amministrazione della Rai, entra nel consiglio direttivo di Confindustria Radio Tv, alla quale fanno capo anche Mediaset, Sky, Cairo Tv e una parte delle tv locali, della quale è destinato a prendere il posto di Rodolfo De Laurentiis quale nuovo presidente.

Approvati anche i lavori di adeguamento degli studi Dear sulla via Nomentana, dopo lunghe discussioni, nelle scorse settimane, sull’assegnazione dei relativi appalti. «Coordinamento funzionale» è la missione assegnata al nuovo direttore editoriale: uno dei suoi compiti sarà quello di rendere «sinergico e funzionale» l’utilizzo delle risorse tecnologiche e professionali, garantendo, tra l’altro «la diversificazione dei contenuti informativi». Ferme restando, certo, le «facoltà e le prerogative contrattualmente attribuite ai Direttori di testata», Verdelli, che avrà un contratto per tre anni, avrà il compito di coordinare le testate giornalistiche e l’offerta informativa editoriale quindi anche quella delle reti e non solo dei Telegiornali e la «supervisione delle proposte editoriali, oltre alla «titolarità dei meccanismi approvativi dei prodotti giornalistici».

La nomina di Verdelli viene criticata da Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: «puntare su un coordinatore che proviene dall’esterno dell’azienda e senza esperienze radiotelevisive vuol dire partire con il piede sbagliato. Il confronto – sottolinea Di Trapani – è imprescindibile e dev’essere nella direzione del cambiamento radicale senza tentazioni alla conservazione dell’esistente». La nomina di Verdelli, infatti, è la pietra tombale dell’aggregazione delle redazioni Rai nelle due newsroom voluto dal precedente vertice aziendale (le quali avrebbero portato un risparmio annunciato in 70-80 milioni). In cda è stato detto sottovoce: attuare il piano Newsroom avrebbe provocato almeno 180-200 esuberi, forse più. Critiche anche dal centrodestra sul fronte politico: per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, «si attua una privatizzazione strisciante della Rai al servizio del partito di Repubblica».

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 17, di Renato Benedetto.

Il consigliere Mazzuca: “Così abbiamo dimostrato che l’informazione viene prima della politica”

Giancarlo Mazzuca, direttore del Giorno, da agosto nel cda Rai, ha votato a favore della proposta del dg Campo Dall’Orto di nominare Carlo Verdelli direttore editoriale dell’informazione di Viale Mazzini, in vista di un piano di riforma del giornalismo Rai. «Questo progetto, partito con la nomina di Verdelli, mantiene il pluralismo e archivia il piano Gubitosi, che prevedeva due redazioni sole per tutti i tg», spiega.

Progetto promosso. E la nomina?

«Concordo con quanto detto dalla presidente Maggioni: mamma Rai deve voltare pagina. A volte in passato dirigenti o altre figure sono stati proni verso la politica. Con la nomina di Verdelli a direttore editoriale, una figura nuova, si ribadisce che viene prima l’informazione».

L’Usigrai ha criticato la scelta di un esterno.

«Posso capire la reazione del sindacato verso un professionista che proviene dalla carta stampata. Ma conosco Verdelli da una vita, ho lavorato con lui, sulla sua professionalità nessuna obiezione. Il metodo, però, deve cambiare».

Cosa non le è piaciuto?

«Bisogna coinvolgere di più il cda, discutere».

È giusto che la Rai mandi, per coprire la stessa notizia, una troupe per ciascun tg? L’anno scorso hanno fatto discutere i cinque inviati per seguire il premier in Australia.

«A volte si esagera. Le sinergie sono possibili, ma senza unificare le redazioni».

Che consiglio darebbe al nuovo direttore?

«Porti entusiasmo, motivi. La Rai negli ultimi anni si è seduta sulle glorie passate e ha perso colpi. Nei giorni di Parigi, pur partita in ritardo, perché è una specie di pachiderma, ha però poi dato un’informazione capillare, ottima. Il ruggito che viene fuori per i grandi fatti deve vedersi sempre».

Il canone sarà in bolletta.

«L’idea “pagare tutti, pagare meno” è giusta. Ma ho qualche dubbio sulla reale efficacia. La legge di Stabilità prevede che quanto recuperato dall’evasione oltre la soglia di 1,7 miliardi sia girato al fondo per la riduzione della fiscalità generale. È sbagliato, resti all’azienda una quota maggiore».

 

(Nella foto Carlo Verdelli)