Pubblicato il 22/10/2015, 11:35 | Scritto da La Redazione

Level 33, il video che crea engagement

Level 33, il video che crea engagement
Comunicare in modo originale, inserire il brano all’interno di uno storytelling efficace, generando un'audience quanto più vasta possibile. Questa la mission della società di comunicazione specializzata nella produzione di video per la tv e il web in modalità branded content.

Rassegna stampa: NC, pagina 20, di Mario Garaffa.

Level 33, il video che crea engagement

Comunicare in modo originale, inserire il brano all’interno di uno storytelling efficace, generando un’audience quanto più vasta possibile. Questa la mission della società di comunicazione specializzata nella produzione di video per la tv e il web in modalità branded content e con product placement. Fatturato 2015 vicino ai 2 milioni di euro (+100% rispetto al 2014).

Ideare e produrre contenuti video che sappiano coinvolgere, intrattenere ed emozionare. Il tutto partendo dal brand, concepito come il vero protagonista di uno storytelling efficace, capace di attivare molteplici leve di comunicazione, per attrarre più pubblico possibile. Stiamo parlando di Level 33, società di comunicazione del Gruppo indipendente MN Holding, specializzata nella produzione di video per la tv e il web, in modalità branded content e con product pIacement. «I valori su cui si fonda LeveL 33 – spiega il founder Umberto Chiaramonte -sono essenzialmente due: comunicare in modo originale e individuare tutte le strategie di comunicazione necessarie affinché il video che ospita il brand sia visto da più persone possibili. E questo è l’elemento che ci differenzia dai produttori televisivi tradizionali. Il punto di vista di partenza di questi ultimi consiste nell’individuare e produrre un programma che faccia audience, il nostro è capire se nel marketing mix di un’azienda ci sia spazio per un programma tv di interesse per il pubblico e, al tempo stesso, aggregare audience mettendo in campo diverse strategie». Questa in sintesi la mission di Level 33, specializzata anche nell’ideare contenuti video che coinvolgono editori anche non televisivi, veicolabili sul web o sul piccolo schermo.

Quali sono gli aspetti centrali del vostro posizionamento sul mercato? Con quale approccio affrontate le nuove sfide della comunicazione?

Quello che cerchiamo di mettere in piedi di mettere in piedi è un progetto che attivi più leve di comunicazione possibili e di conseguenza attragga una vasta audience. Per questo coinvolgere editori non televisivi nei contenuti video (come spiegherò meglio nelle case history dopo) garantisce più vantaggi: per noi significa avere un partner promozionale in casa, poter usufruire di uno spazio sul suo mezzo, e, in qualche caso, triangolare con i partner commerciali di riferimento dell’editore, per migliorare la produzione o per mettere in piedi altre attività di comunicazione sul contenuto.

Una delle vostre specializzazioni è relativa al branded content. Ce ne può parlare?

Il nostro approccio parte inevitabilmente dal brand e soprattutto da chi lo conosce meglio di noi. Per questo spesso collaboriamo con agenzie di comunicazione, agenzie di pubblicità o centri media che conoscono perfettamente le esigenze di un brand. Con loro troviamo il modo di inserire il brand all’interno di uno storytelling efficace e cerchiamo di inserire il tutto in un progetto che generi più audience possibile tra editore televisivo, editori non televisivi e distribuzione sul web o social. Questo è probabilmente lo snodo più laborioso e delicato.

Quali soluzioni e servizi offrite ai vostri clienti? Quali sono i plus che vi distinguono dai competitor?

Il servizio che offriamo è la realizzazione di un progetto che preveda la produzione del contenuto video, la sua distribuzione e la sua comunicazione. Quest’ultima è la parte che ci differenzia da tutti gli altri competitor. Noi non produciamo prima e poi comunichiamo, ma iniziamo a produrre solo quando il progetto ha in pancia una serie di elementi di comunicazione efficaci e soprattutto partner primari che ne garantiscano il supporto.

Nel vostro approccio, un ruolo importante è svolto dal product placement. Quando quest’ultimo può definirsi davvero efficace?

Non vorrei essere troppo pragmatico e sintetico: il product placement per me è efficace se inserito in una storia che genera audience o che permette di attivare leve di comunicazione in grado di generarne.

Veniamo all’andamento di Level33. Quali sono le vostre previsioni per la chiusura del 2015?

In termini di fatturato, Level33 sta crescendo molto: siamo passati dai 300mila euro di fatturatodel primo bilancio del 2012 al milione del 2014, fino a una cifra vicina ai due milioni per questo esercizio.

Ci descrive le vostre case history più rappresentative?

Cominciamo da Rds Academy, un talent sulla ricerca di un conduttore radiofonico andato in onda su Sky Uno, nella seconda edizione, nel mese di giugno. In questo caso abbiamo aperto un tavolo comune con Sky, Rds e Condé Nast, che hanno partecipato al progetto ognuno con le proprie peculiarità. Che Banca! nella scorsa edizione e Toyota in questa hanno utilizzato il programma per comunicare i loro prodotti. Inoltre, lo scorso luglio è partito Alessandro Borghese Kitchen Sound, un evento dalla vocazione fortemente crossmediale, che mette insieme un evento live con la creazione di un temporary restaurant, la tv con l’on air su Sky Uno HD di 200 ricette della durata di sei minuti ciascuna registrate nei locali del temporary, il web che rende le ricette visibili anche su Yahoo.it e Rds.it pochi giorni dopo la messa in onda televisiva, e infine i social che promuovono i contenuti video tramite i profili dei diversi partner del progetto, per un totale di quasi quattro milioni di contatti. Il tutto supportato dai partner che hanno fornito i loro prodotti per la realizzazione, ossia Beko, Kimbo, Pengo, Diners Club e Oleificio Morettini. Un’altra bella esperienza è un programma andato in onda recentemente su Italia 1 per sei puntate, il Trio Medusa Late Show @Giffoni. L’esigenza era rafforzare l’awarness del famoso festival del cinema per ragazzi nei confronti di un target pregiato come quello di Italia 1. Il programma è Stato finanziato dal festival stesso e dai suoi sponsor. Infine, vorrei citare il progetto Muro, otto documentari in onda da fine settembre su Sky Arte HD, che vedono protagonisti i più importanti Street artist internazionali, Gary Baseman e Zio Ziegler tra questi, impegnati a riqualificare con i loro murales le aree degradate di alcune città italiane. Hanno creduto in Muro e sono entrati come partner di comunicazione sia Il Fatto Quotidiano che Banca Intesa.

 

(Nella foto Alessandro Borghese)