Pubblicato il 06/10/2015, 17:35 | Scritto da Pietro Berna

“Sorci verdi” seconda parte: pensare di rivoluzionare la tv, non vuol dire poi farla davvero la rivoluzione

Parto subito dicendo che non sono d’accordo con il direttore Andrea Amato, troppo morbido nella sua recensione di Sorci verdi (leggi qui). J-Ax pensa di essere un rivoluzionario della tv. Pensa che basti essere un rapper per sentirsi libero. Pensa che basti fare qualche battuta scontata sulla Rai per fare satira. Pensa che basti parlar male di The Voice che lo ha rilanciato per dirsi indipendente. Pensa che basti fare la parodia delle serie tv per definirsi il nuovo David Letterman. Pensa che basti essere trend topic su Twitter per proclamarsi al passo coi tempi. Ma tutto questo non basta a fare di una trasmissione un buon programma televisivo. Se Sorci verdi è la nuova satira televisiva, vi prego, ridateci il Bagaglino.

In fondo cosa c’è dietro l’ospitata della sanguinaria Maria De Filippi se non il tentativo poco rivoluzionario e innovativo di tirare su un po’ l’ascolto? E tutto questo per fare, con il traino di Pechino Express, un mediocre 5% di share? Ci sarà Marco Travaglio nella prossima puntata: un altro prodotto del pensiero pseudo libero della televisione italiana. In realtà sono proprio questi esperimenti di seconda serata a far sopravvivere l’eterno Porta a Porta, e rendere Bruno Vespa immortale.

 

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(Nella foto J-Ax)