Pubblicato il 17/09/2015, 14:00 | Scritto da Andrea Amato
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Leone e Vianello convocati, inutilmente, in Vigilanza. Ormai i direttori artistici Rai sono Gasparri e Fico

In molti pensano che l’influenza della politica sulla Rai sia sommersa, fatta di bisbigli nei corridoi di Viale Mazzini o alimentata da telefonate di minacce. Invece no. Invece tutto avviene alla luce del sole, all’interno del Palazzo, dove la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, definita di Vigilanza, agisce non come supremo organo di tutela del servizio pubblico, ma come tribunale dell’Inquisizione. È capitato l’altro ieri con Giancarlo Leone, direttore di Rai 1, “convocato” per spiegare le ragioni editoriali dell’ospitata dei familiari di Casamonica a Porta porta (leggi qui). Accade ancora oggi, quando i Savonarola dei partiti, incredibilmente tutti uniti tra Forza Italia, Pd e M5S, hanno “convocato” Andrea Vianello, direttore di Rai 3, per avere spiegazioni riguardo un’inchiesta di Presa Diretta e un’intervista di Ballarò (leggi qui).

Personalmente ho un giudizio piuttosto negativo delle direzioni di Giancarlo Leone e Andrea Vianello, giudizio maturato dopo tre anni di lavoro con pochi successi e molti flop. Detto questo, però, trovo ignobile che ancora nel 2015 ci sia un’ingerenza della politica sulla prima azienda culturale italiana. I Casamonica a Porta porta sono stati evidentemente uno scoop giornalistico, piuttosto il direttore di Rai 1 dovrebbe spiegare al direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto (e non certo a Gasparri e Fico, che sanno di televisione quanto io di fisica quantistica) come mai il trattamento giornalistico sia stato così modesto. Ci si dovrebbe porre la questione se forse, dopo 20 anni, non sia il caso di pensionare Porta e porta e creare un nuovo programma di approfondimento sull’ammiraglia. Questi dovrebbero essere i temi da discutere in Viale Mazzini, non certo a Palazzo San Macuto (sede della Vigilanza)

Le inchieste di Iacona e le interviste di Giannini su Rai 3, alla stessa maniera, non dovrebbero essere in discussione, piuttosto bisognerebbe analizzare se i loro programmi, così come sono concepiti adesso, siano ancora all’altezza di una tv di Stato o se forse andrebbero riformati profondamente. E poi, alla luce di dati concreti (ascolti, gradimento, adempimento del servizio pubblico), sempre il vertice di Viale Mazzini dovrebbe scegliere se sostituire o mantenere i suoi direttori di rete. Non quattro politici improvvisati, aizzati dai loro capetti. Questo modus operandi dovrebbe essere la vera rivoluzione in Rai, altrimenti si può chiamare a dirigerla anche il miglior manager televisivo del mondo, ma se dal Palazzo continuano a “convocare ad minchiam” (per citare il compianto Franco Scoglio), per la tv di Stato non ci sarà speranza. E come direttori artistici continueremo ad avere, a nostre spese, Gasparri e Fico.

 

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(Nella foto, da sinistra, Giancarlo Leone e Andrea Vianello)