Pubblicato il 27/08/2015, 19:13 | Scritto da Gabriele Gambini
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Arriva su Premium “Satisfaction”, un eccellente alibi per i protagonisti di “Temptation Island”

Arriva su Premium “Satisfaction”, un eccellente alibi per i protagonisti di “Temptation Island”
Lei tradisce lui con un gigolo, lui, tradito, decide di diventare a sua volta dispensatore di piaceri sessuali per signore disposte a pagare. È il tradimento elevato a terapia psicanalitica per i problemi di coppia. Ma in chiave ironica e feroce.

Una volta il sesso era una questione pubica. Oggi, pubblica. Specie da quando è arrivato il Wikileaks dell’adulterio. Qualche giorno fa, il sito canadese di incontri extraconiugali Ashley Madison è stato hackerato e i suoi nominativi rivelati, con gran costernazione degli iscritti che hanno avviato una class action da 578 milioni di dollari. Pare che due utenti, dilaniati dalla vergogna o dal rimorso, si siano addirittura suicidati. Probabilmente non avevano visto Satisfaction (Premium Stories, da venerdì 11 settembre in prima serata). Serie tv ideata da Sean Jablonski (Law&Order, Nip/Tuck e Suits), si basa su presupposto gustoso: il tradimento come terapia psicanalitica per raddrizzare i problemi di coppia. Insomma, io ti tradisco, amore, ma lo faccio per capire che cosa non funziona tra noi. Non solo. La struttura narrativa della serie è una manna per le femministe. A dare il via alle danze fedifraghe all’interno di una coppia sposata da sedici anni, infatti, è la moglie Grace (Stephanie Szostak), che tradisce l’agente di cambio Neil Truman (Matt Passmore) non con un amante fisso, ma con un gigolo. Lui la scopre, non fa scenate e, all’insaputa di lei, si mette sul mercato, diventando a sua volta dispensatore di piaceri sessuali per signore abbienti.

Oltre a essere un modo edificante per stanare chi si nasconde negli anfratti ideali e perbenisti della società, è Matt Passmore a sottolineare l’intento degli sceneggiatori: «Si tratta di un’autentica storia d’amore post-moderna» dice. «Affrontiamo la realtà di una coppia sposata da tempo e rimasta felice per buona parte di esso, ma che ha poi perso il contatto con se stessa e gli altri». Ed è lì che subentra il tradimento di lei e la reazione di lui, presentati come unica possibilità di salvezza: «Grace è una donna sola, e sceglie di passare del tempo con un gigolo per trovare qualcuno che la ascolti. Neil, il mio personaggio, frequentando altre donne come se fosse un lavoro vero e proprio, impara a comprenderle e capisce l’errore commesso nell’aver trascurato le esigenze della consorte».
Raccontato così sembra un gigantesco spottone per scambisti o per puttanieri di ambo i sessi, forti della convinzione che l’istituzione matrimoniale sia stata nei secoli preservata più nei bordelli, che nei consultori. In realtà, la rivista Variety specifica: «La serie mette a repentaglio parte del sogno americano con feroce ironia, ha un’introspezione dei personaggi degna di American Beauty, specie quando il protagonista, scoperto il tradimento, giustifica la sua nuova vita da gigolò con “volevo scoprire cosa non andasse in me”, come se gli appuntamenti per far sesso fossero davvero una sorta di terapia».
Magari non proprio una terapia. Forse un eccellente alibi per i protagonisti di Temptation Island.

Gabriele Gambini
(Nella foto il cast della serie)