Pubblicato il 27/08/2015, 13:02 | Scritto da La Redazione
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Rassegna stampa – Pippo Baudo: “Ho tante idee e progetti nuovi. Ma la tv mi vuole solo come ospite”

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 26, di Paolo Giordano.

Pippo Baudo: “Ho tante idee e progetti nuovi. Ma la tv mi vuole solo come ospite”

Il re dei presentatori parla del Premio Ravera dedicato al patron di Sanremo: “Era un grande talent scout, scoprì Zanicchi e Cinguetti e puntò su Ramazzotti”.

Ce ne fossero di Pippo Baudo. Mai soddisfatto, rumina idee, fa progetti e non si ferma mai anche se pochi come lui hanno fatto tv facendo anche epoca. Venerdì prossimo, il 4 di settembre, al Castello della Rancia di Tolentino in provincia di Macerata presenterà il Premio Ravera dedicato a Gianni (morto nel 1986 a 66 anni), uno dei più grandi impresari italiani, patron di venti Festival di Sanremo oltre che di Castrocaro e del Disco per l’Estate, autentico talent scout di artisti che non sono durati come un sogno di mezza estate: Gigliola Cinguetti, Iva Zanicchi, Zucchero, Eros Ramazzotti, tanto per citarne qualcuno. Insomma una serata (idea del cantautore Michele Pecora) che diventerà il crocevia di tanti personaggi che sono la colonna sonora dell’Italia canterina. Pippo Baudo ne parla come parla di tutto ciò che riguarda il suo lavoro: con entusiasmo adolescente. Roba rara, specialmente se si pensa che il suo esordio in tv fu nel 1959.

Caro Baudo, al Premio Ravera tornerà sul luogo del delitto: insieme lei ha firmato ben otto dei suoi 13 Festival di Sanremo.

«Ma non solo. Abbiamo collaborato per trenta anni: era un uomo votato al lavoro, molto più discreto di altri promoter come Aragozzini, ma estremamente creativo e talentuoso. Come talent scout, poi…».

Poi?       

«Oggi si parla tanto di ricerca di talenti, insomma di talent scout, ma lui aveva un fiuto particolare che in pochi possono eguagliare. Ha scoperto la Zanicchi, la Cinguetti, Caterina Caselli, Bobby Solo, Zucchero. Aveva una sensibilità particolare».

Lanciò anche Eros Ramazzotti.

«Un giorno mi chiamò dicendomi: ascolta questo ragazzo, l’ho preso dalla borgata. A me non piace tanto la sua voce perché canta “di naso” però credo che abbia la personalità giusta per emergere. Lo portò a Castrocaro, poi a Sanremo e oggi non possiamo dire che ci avesse visto male: Ramazzotti è una star mondiale. Ma erano già decenni che Gianni faceva successi».

Ad esempio?

«Al Festival di Ancona nel 1959 chiamò l’allora giovanissimo Celentano che poi vinse con Il tuo bacio è come un rock. Insomma il successo di Ravera non è stato casuale».

E chi avete invitato alla serata in suo onore?

«Per ora è sicura la partecipazione di Gigliola Cinguetti, Fausto Leali e Iva Zanicchi, ma ci saranno altri ospiti».

Di sicuro un parterre da prima serata tv.

«Non credo proprio, non ci sarà una trasmissione televisiva».

A proposito, Baudo, quando la rivedremo in tv?

«Presto. Ma solo come ospite. Nessun progetto all’orizzonte».

E come mai?

«È una domanda che mi faccio allo specchio ma non riesco a trovare una risposta. Certo ormai so come convivere e come metabolizzare certi pensieri».

Comunque è strano.

«Penso di avere uno stile che non si è ancora spento. E me ne accorgo quando partecipo a eventi come il concerto di Al Bano e Romina all’Arena di Verona: il pubblico mi riserva sempre un’accoglienza entusiasta, veri successi personali».

Eppure.

«In tv ci vado per ora solo come ospite. Per dirla con Marcello Marchesi, “tutto è perduto fuorché l’ospite d’onore”. L’8 settembre riparte Ballarò e Giannini mi ha chiesto di partecipare alla prima puntata perché, quando ci sono andato nella scorsa edizione, lo share era stato molto positivo. Ci andrò e va tutto benissimo, per carità. Ma avrei voglia di fare di più».

Forse lei vorrebbe solo prime serate.

«Macché, non ho questa presunzione. Tanti anni fa ho persino “inventato” il venerdì sera televisivo proprio per sganciarmi dalla dittatura del sabato. Non ho preclusioni né di giorni né di fasce orarie».

Allora non ha format da proporre.

«Che brutta questa parola».

Non li ha?

«Io le chiamo idee, progetti. E ne ho, certo che ne ho. E sono tutti made in Italy».

Rimane il fatto che nei prossimi palinsesti Rai il nome di Pippo Baudo non c’è.

«Anche Renzo Arbore si meraviglia del mio (come del suo) isolamento».

La Rai ha appena cambiato i vertici.

«Il presidente Monica Maggioni è davvero una giornalista nata e cresciuta in Rai che quindi conosce bene. E Antonio Campo Dall’Orto è un autentico manager che viene da altre realtà, ma è molto attento al prodotto. Senza dubbio spero ci possa essere un colloquio tra di noi, entrambi in fondo puntiamo alla qualità della televisione».

(Nella foto Pippo Baudo)