Pubblicato il 02/08/2015, 12:01 | Scritto da La Redazione
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Si lavora al cda Rai, il premier vede Campo Dall’Orto

RASSEGNA STAMPA: Il Sole24Ore, pagina 10, di Marco Mele

 

Tv pubblica. Il dirigente Viacom ieri a Palazzo Chigi Il capo dell’Esecutivo a colloquio anche con il ministro Padoan

 

Si lavora al cda Rai, il premier vede Campo Dall’Orto

 

ROMA – Sono i giorni delle trattative prima della nomina del vertice Rai. Si utilizza la legge Gasparri e questo permette ai partiti di avere più margini di manovra con nove consiglieri da nominare, di cui sette dalla Vigilanza Governo, da parte sua, dovrà designare un presidente in grado di essere confermato dai due terzi della Vigilanza, quindi “gradito” all’opposizione. L’intenzione di Matteo Renzi, dichiarata, è di portare mercoledì, all’assemblea dei soci Rai, anche il nome del direttore generale, che avrà i poteri dell’amministratore delegato quando il disegno di legge approvato questa settimana in Senato diverrà legge dello Stato. La Gasparri, per la verità, prevede che il direttore generale venga nominato d’intesa tra il nuovo Cda, che deve quindi essere pienamente costituito, con il presidente confermato dalla Vigilanza, e l’assemblea dei soci. Il governo Monti effettuò una forzatura, designando contemporaneamente Anna Maria Tarantola presidente e Luigi Gubitosi direttore generale. Già in precedenza, comunque, la scelta era effettuata dal Governo e ratificata, spesso a maggioranza e non all’unanimità, dal nuovo consiglio di amministrazione. Renzi potrebbe seguire l’esempio di Monti anche scegliendo un tandem uomo-donna ai vertici del servizio pubblico.

Circolano una serie di nomi, alcuni, come Antonio Campo Dall’Orto (dirigente Viacom), avrebbero incontrato Renzi; tra gli altri, Andrea Scrosati, responsabile dei contenuti di Sky, è difficile possa essere interessato, essendo impegnato nel lancio del canale 8 sul digitale terrestre (una delle novità con la quale dovrà fare i conti il nuovo Cda). Tra le donne, Marinella Soldi (Discovery Italia) è in lizza perla direzione generale, così come Timi Andreatta, direttore di RaiFiction, ma con un presidente donna potrebbe anche emergere un dirigente interno come Giancarlo Leone. Di nomine Rai si è sicuramente parlato ieri nell’incontro che il premier ha avuto a Palazzo Chigi con il ministro dell’Economia Padoan. «La Gasparri non ci piaceva prima e non ci piace adesso dice Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai ma se si deve utilizzarla, bisognerebbe chiarire quale mandato si dà al nuovo vertice, per quale missione vengono nominati. Solo così si può scegliere il giusto profilo di un manager o di un esperto di comunicazione o di un giornalista». Nella spartizione dei sette consiglieri della Vigilanza, conterà solo fino ad un certo punto se e come verrà modificata la composizione della commissione bicamerale: Forza Italia scenderà da sette a sei commissari, con Augusto Minzolini nuovo capogruppo, e il Movimento 5 stelle da cinque a quattro (questo renderà meno sicura la nomina di un consigliere designato da M5s). Subentreranno un rappresentante di Gal e uno dei Riformatori di Fitto. Molto dipenderà dalle alleanze o meno e dalle convergenze dei piccoli gruppi intorno al nome del possibile settimo consigliere. Il nome del presidente, piuttosto, dovrà avere il voto favorevole di commissari della Vigilanza, quindi Matteo Renzi o dovrà avere il consenso preventivo delle opposizioni, a partire da Forza Italia, oppure dovrà rischiare su un nome di alto profilo. Sperando di non ripetere il caso “Monorchio”. Andrea Monorchio, nel giugno 2005, venne indicato dal ministro del Tesoro Domenico Siniscalco quale presidente, ma poi venne bocciato, con ben venti voti contrari, dalla Vigilanza.

(Nella foto, Antonio Campo Dall’Orto)