Pubblicato il 08/04/2015, 13:32 | Scritto da Andrea Amato

Ecco perché Periscope è destinato a passare di moda, nell’era dell’on demand

Ecco perché Periscope è destinato a passare di moda, nell’era dell’on demand
Siamo pronti a farci prendere in giro fra qualche anno, ma siamo convinti che la nuova applicazione acquistata da Twitter avrà vita breve. In Italia anche per la mancanza di una banda larga dignitosa.

Sto per scrivere una di quelle cose che, poi, lette alla luce della storia, mi si ritorcerà contro. Ma ora ne sono convinto e quindi dico che: Periscope avrà vita breve! Ecco, l’ho scritto, ora rimarrà eternamente in Rete, per essere deriso a distanza di anni. Ma secondo me, passata la moda del momento, la nuova applicazione di Twitter è destinata a scomparire, sempre che le sue funzionalità rimangano queste. I motivi: partiamo da un problema tutto italiano, ovvero la banda larga. Uno dei problemi strutturali del nostro Paese è la connettività, troppo debole e a macchia di leopardo per sostenere un’applicazione del genere. Una parte di questo problema è legata al territorio, troppo mosso per consentire una ripetizione del segnale in maniera uniforme, ma l’altra parte (quella più grande) è infrastrutturale. In Italia siamo a livelli quasi da Terzo Mondo per quello che riguarda la banda larga ed è per questo che anche Netflix, il colosso mondiale della tv in streaming, ha ritardato lo sbarco in Italia. E questo anche per Periscope sarà un grande problema, che potrebbe ritardarne lo sviluppo da noi.

L’altro problema che vedo, invece, è più di costume. Negli ultimi anni, infatti, ci stiamo abituando sempre più a fruire i contenuti televisivi, on demand. Ovvero quando vogliamo noi, senza più bisogno della simultaneità (eccetto per i grandi eventi sportivi, ovviamente). Questo sarà il grande limite di Periscope, che si basa proprio sul broadcasting in diretta, tant’è vero che i video non rimangano salvati. Un altro aspetto che mi convince poco è quello di trasformare Twitter in tante televisioni individuali, come ha sottolineato Gianluca Nicoletti su La Stampa, di fatto violentando la natura stessa del social network cinguettante, che ha fatto della sintesi e della rapidità (140 caratteri) la sua fortuna, in un’epoca dove la soglia dell’attenzione degli utenti Internet è di poche decine di secondi. Insomma, ho detto la mia e sono pronto a scommettere su ciò che ho scritto. Ora, però, solo il tempo dirà se avevo ragione io o Periscope.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nell’immagine il logo di Periscope)