Il ritorno del “Karaoke” come contraltare alla “piazza arrabbiata” dei talk show. Proprio come nel 1992
Pensavo peggio. Mi riferisco al ritorno del Karaoke su Italia 1 in access prime time. Non amo molto le operazioni revival e su questa ero davvero scettico, sia perché dopo 23 anni il costume catodico italiano è completamente cambiato (nel 1992 non esistevano i talent show, oggi la tv ne è piena), sia perché sostituire il mito Rosario Fiorello con Angelo Pintus mi sembrava, oltre che una bestemmia, un suicidio annunciato. E invece. In confronto alla pessima figura fatta al Festival di Sanremo, il comico ha trovato una sua degna collocazione. Dopo i primi due giorni di messa in onda alcuni illustri colleghi hanno parlato di «flop d’ascolti» e francamente non so come si possa dire una cosa del genere. Lunedì il Karaoke ha registrato il 5,57% di share media con 1,338 milioni di spettatori, mentre ieri (c’era la partita della Nazionale) Auditel ha segnato il 4,62% con 1,087 milioni di contatti. Questi dati vanno contestualizzati: a parte Affari Tuoi su Rai 1 e Striscia la Notizia su Canale 5, che viaggiano intorno al 20% di share media, gli altri programmi di access prime time sono assolutamente in linea. Nella serata di ieri, per esempio, su Rai 2 LoL 🙂 ha fatto il 5,53%, Dalla vostra parte su Rete 4 il 4% e Otto e mezzo su La7 il 4,25%.
Facendo della spicciola sociologia mediatica, invece, è interessante il contrasto tra la “piazza arrabbiata” proposta continuamente dai talk show, e quella invece leggera e canterina del Karaoke. Le due facce di questo Paese, che nonostante tutto alla fine una cantata se la fa sempre volentieri. E non è detto che sia per forza un male. D’altra parte nel 1992, quando il format di Fatma Ruffini debuttò, eravamo in piena recessione economica e anche allora da contraltare a Fiorello c’era una piazza urlante, che lanciava monetine ai politici e inneggiava alle manette. Corsi e ricorsi storici.
(Nella foto Angelo Pintus al Karaoke)