Pubblicato il 24/02/2013, 14:34 | Scritto da La Redazione

SPECIALE ELEZIONI 2013: TUTTE LE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DIVI DELLO SPETTACOLO DAL 1948 A OGGI

SPECIALE ELEZIONI 2013: TUTTE LE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DIVI DELLO SPETTACOLO DAL 1948 A OGGI
Si conclude oggi, nel giorno delle urne, il nostro speciale sulle elezioni 2013, con una carrellata di video esclusivi sugli endorsement dei personaggi dello show business, dal dopoguerra ai comizi degli ultimi giorni. L’alleanza tra mondo dello spettacolo e politica non è una novità di oggi, ma con il tramonto delle ideologie e l’introduzione del […]

Si conclude oggi, nel giorno delle urne, il nostro speciale sulle elezioni 2013, con una carrellata di video esclusivi sugli endorsement dei personaggi dello show business, dal dopoguerra ai comizi degli ultimi giorni.

L’alleanza tra mondo dello spettacolo e politica non è una novità di oggi, ma con il tramonto delle ideologie e l’introduzione del sistema maggioritario dagli anni ’90 il voto è diventato quasi una questione personale tra elettore ed eletto. Se Beppe Grillo è per certi versi speculare a Silvio Berlusconi per il suo contributo ai tempi del web al modello mediatico e personalizzato imposto alla politica dal Cavaliere, l’endorsement di Nanni Moretti al segretario del Pd Pierluigi Bersani sembra un disco rotto. Proprio dieci anni fa Moretti era al posto di Grillo in qualità di leader del Movimento dei Girotondi e dallo stesso palco romano di Piazza San Giovanni aveva mandato a quel paese tutta la sinistra, denunciando il fallimento politico e umano dei suoi dirigenti (guarda il video).

Lo stesso disco rotto suonato da Adriano Celentano, che adesso appoggia Grillo dopo aver attraversato tutte le stagioni della prima repubblica, dalla Dc ultracattolica antiabortista e antidivorzista sino alla dichiarazione di stima per Berlusconi (guarda il video).

La storia della propaganda e della comunicazione politica in Italia ha visto sin dalle prime elezioni libere del 18 aprile 1948 scendere in campo personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura, inizialmente per appoggiare partiti, e solo a partire dagli anni ’70 anche come candidati. Il primo volto famoso a prestarsi alla dichiarazione di voto è Eduardo De Filippo, che in questo video del 1948 realizzato per i Comitati Civici di Luigi Gedda, quindi per la Dc, riprende il personaggio della sua fortunata pièce teatrale Questi fantasmi, dialogando con il professore dirimpettaio dal balcone di casa sua. Tra una disquisizione filosofica sul caffè e il riposo post-prandiale, Eduardo invita a votare, ma non dice mai per chi, con un gioco di sguardi, allusioni e ammiccamenti che ne magnificano le doti d’interprete.

Dieci anni dopo l’Italia si prepara al boom, dopo anni di ricostruzione e di macerie morali. La Guerra Fredda impone l’isolamento dei comunisti e la propaganda Dc non bada a spese, ingaggiando testimonial come Domenico Modugno per raccontare barzellette e cantare a squarciagola (guarda il video) e finti Mike Bongiorno che invitano gli elettori a recarsi nella cabina giusta, quella elettorale, per il benessere dell’Italia (guarda il video). Sempre della fine degli anni ’50 è l’incidente in diretta che vede protagonista Totò, ospite del Musichiere di Mario Riva. A un certo punto, il principe De Curtis urla «Viva Lauro», sorprendendo Riva che cambia subito argomento (guarda il video). Achille Lauro era all’epoca il sindaco di Napoli, ma la sua fama era anche legata al fatto di essere il generoso imprenditore che regalava cibo e scarpe (una prima e l’altra dopo il voto) ai napoletani indigenti. Suo era anche il Napoli Calcio e se ci fosse stata la liberalizzazione dell’etere sarebbe diventato anche il primo proprietario di una tv privata. Le analogie con Berlusconi non sono per nulla casuali.

Negli anni ’60 le distanze restano: i politici fanno i politici e gli artisti fanno gli artisti, anche quando vengono chiamati a rallegrare manifestazioni e feste di partito, da Silvana Pampanini presente alle serate elettorali organizzate da Giulio Andreotti a Claudio Villa, con colbacco che promuove l’Unione Sovietica, sino a Sofia Loren e Vittorio De Sica in prima fila a un comizio di Pietro Nenni. Con l’avvicinarsi del ’68 e dell’autunno caldo molti attori e registi prendono apertamente posizione per i partiti di sinistra e, anche se non si candidano, la loro attività di propaganda verrà «attenzionata» dai servizi segreti per lungo tempo; tra questi Gianmaria Volonté, Giorgio Gaber, Milva, Enzo Jannacci e Dario Fo, quest’ultimo ritenuto per qualche tempo addirittura il capo delle Brigate Rosse dall’Uaarr (Ufficio Affari Riservati). Fo, che in questa campagna 2013 appoggia Grillo, non ha mai fatto mistero delle sue simpatie comuniste e in questo tribuna autonoma di metà anni ’70 ricorda il clima che si respirava in Rai ai tempi della sua Canzonissima, censurata nel 1962 per i suoi sketch contro la mafia e gli imprenditori edili che non facevano nulla per evitare le morti bianche dei lavoratori (guarda il video).

La campagna per il referendum del 12 maggio 1974 per conservare la legge sul divorzio, approvata 4 anni prima, fa entrare il Paese nella modernità. Quella che fu la madre di tutte le battaglie civili cambiò per sempre anche la comunicazione politica. Basta coi vecchi manifesti, arrivano gli spot. Gli italiani dissero no a Fanfani e sì a Gianni Morandi, Nino Manfredi (guarda il video), Pino Caruso e Gigi Proietti, protagonisti degli spot pro-divorzio finanziati dal Pci per il circuito cinematografico e diretti dal regista Ugo Gregoretti.

Alle elezioni del 1979 gli argini si rompono e fra i candidati del Psi vi sono Giorgio Strehler e Ottavia Piccolo, fra quelli del Pci Ettore Scola, Carla Gravina, Pupella Maggio e Luigi Squarzina, per i radicali Giorgio Albertazzi, Tinto Brass, Maurizio Costanzo e Salvatore Samperi, per il Pri Renato Pozzetto e Paola Borboni, per il Pli Bruno Lauzi e il Pdup i jazzisti Giorgio Gaslini e Gaetano Liguori. Alla tradizionale Festa dell’Unità che fa il pieno di cantautori di sinistra si contrappone il Festival dell’Amicizia organizzato dalla Dc e presentato in stile nazional-popolare da Pippo Baudo, che regala ricchi premi e cotillons in compagnia di Walter Chiari, le sorelle Loretta e Daniela Goggi, Alfredo Papa, Massimo Ranieri (guarda il video).

Negli anni ’80 la televisione, considerata la meno nobile delle arti, comincia ad attirare l’attenzione dei politici, dopo che si sono rivolti al teatro, il cinema e la musica per ingraziarsi il voto dei vip. Il Partito Radicale di Marco Pannella rompe tutte le regole di ortodossia, candidando la pornostar Ilona Staller, nota ai più come Cicciolina, la cui elezione richiamerà l’attenzione di tutte le televisioni del mondo (guarda il video). Nel partito di Pannella ci sarà spazio per tutti, compresi il redidivo ex-Dc Domenico Modugno e soprattutto Enzo Tortora, che diventa eurodeputato dopo essere uscito dal carcere per la sua ingiusta condanna. In questo raro filmato del 1984 racconta a Mike Bongiorno la sua drammatica esperienza.

Sono gli anni della Milano da bere e il Psi è il partito di riferimento della politica champagne. Le muse si chiamano Sandra Milo, Ornella Vanoni e Moana Pozzi, ma c’è spazio anche per un giovanissimo Gerry Scotti, candidato nel 1987 accanto a Bobo Craxi (guarda il video). Nello stesso anno Paolo Villaggio è candidato per Democrazia Proletaria e resta memorabile il suo appello al voto vestito da simil-clown (guarda il video).

La discesa in campo di Berlusconi nel 1994 abbatte per sempre gli steccati tra politica e televisione e quelli che dovrebbero essere appelli al voto diventano dichiarazioni di fedeltà personale al capo supremo. Tutti ricordano gli interventi di Mike Bongiorno e Raimondo Vianello (guarda il video), ma pochi ricordano il clamoroso endorsement del Berlusconi imprenditore di Lino Banfi del 1990 (guarda il video).

Il varietà luccicante e colorato diventa a questo punto la dimensione unica della politica italiana, nella quale entreranno a farne negli anni successivi personalità lontanissime dalla cosa pubblica, come Vittorio Sgarbi, Gabriella Carlucci, Alessandra Mussolini e Vladimir Luxuria, quest’ultima apostrofata dalla nipote del Duce con un «meglio fascista che frocio» in una puntata di Porta a Porta (guarda il video). Difficile stabilire se il punto più basso è questo tipo di rissa o la conduzione dell’ex Presidente della Camera Irene Pivetti del programma di qualche anno fa, Bisturi!, sulla chirurgia estetica che segna un altro punto di non ritorno, dato che in questo caso è il percorso inverso politica-televisione a diventare normale.

Tuttavia, la punta estrema della spettacolarizzazione della politica italiana conquisterà altri memorabili traguardi con personaggi del calibro di Mara Carfagna, da valletta scosciata dei Fatti Vostri a Ministro delle Pari Opportunità (guarda il video), e Nicole Minetti, da valletta scosciata di Scorie a consigliere regionale della Lombardia (guarda il video).

In risposta a queste degenerazioni, la «sinistra-che-fa-cultura» ha contrapposto le sue manifestazioni dai titoli definitivi Ora basta e Senza filtro, che hanno visto sfilare nel covo rosso dell’Ambra Jovinelli di Roma, cantanti, comici, magistrati, giornalisti e scrittori abbonati più che alla società civile all’ingente indotto che li fa lavorare senza crisi di sorta in tv, al cinema, al teatro e nell’editoria. Qualcuno la chiama «gauche caviar» e, tranne Nanni Moretti, molti di loro si sono defilati alle politiche del 2013, anche perché forse lo stesso Grillo ha fatto intendere di non avere bisogno di loro, tanto basta e avanza lui come politico, comico, giornalista, pubblico ministero e padre di sei figli.

 

twitter@LucaMartera

 

(Nella foto, da sinistra, Totò e Riva, Nino Manfredi, Ciccioljna e Moana Pozzi. Sotto, da sinistra, Bobo Craxi e Gerry Scotti, Paolo Villaggio, Raimondo Vianello e Antonella Elia)