Pubblicato il 27/01/2013, 15:33 | Scritto da La Redazione

SERGIO CASTELLITTO: «DOPO “IN TREATMENT” SARÀ DIFFICILE TORNARE ALLE FICTION DI UNA VOLTA»

L’attore racconta il suo esordio nel telefilm, tratto dall’omonima serie americana, che Sky Cinema trasmetterà in aprile. Molti gli argomenti forti trattati, senza nessuna censura. Per questo tornare indietro sarà difficile.

Di fiction ne ha fatte tante, sia in Rai che in Mediaset, ma ora che ha conosciuto la libertà e i mezzi che offre Sky quando realizza un telefilm, probabilmente non tornerà più indietro. Lo dice senza mezzi termini Sergio Castellitto, interprete dello psicanalista Giovanni nella serie In Treatment, in onda su Sky Cinema ad aprile, le cui riprese sono in corso vicino Roma. «È la prima volta che mi rendo conto che un prodotto di qualità e coraggio si può fare. Ma questo è possibile solo su Sky, perché non credo che la tv generalista sia in grado di realizzare un progetto del genere».

Quindi come farà a tornare a una fiction Rai o Mediaset?

«Non è detto che si debba tornare indietro».

Di fiction ne ha fatte tante in passato…

«Ho interpretato preti, frati, sacerdoti, inventori di macchine da corsa, tutti progetti che non rinnego, però qui si tratta di un prodotto veramente coraggioso senza alcuna censura, in grado di affrontare ogni genere di argomento».

Per esempio?

«Si parla di sesso, paternità, maternità, amicizia, perdita, tutti argomenti che alimentano la vita di ciascuno di noi. Magari è meglio che le mie figlie di 15 e 12 anni saltino qualche puntata».

Sarà qualcuna legata al sesso?

«Allora non ne devono vedere manco una…A parte gli scherzi ci sono argomenti forti, trattati senza censura. Credo ci sia bisogno di parlare dei propri pensieri e della propria anima. I pazienti raccontano il proprio ego, compiendo un gesto di vanità, quello che in fondo fa l’attore».

Lei è mai stato in psicanalisi?

«No, ho lavorato molto e credo che il mio mestiere mi abbia psicoanalizzato abbastanza. Ho già interpretato uno psichiatra nel Grande Cocomero al cinema. Faccio cinema sia che si tratti di tv che di grande schermo».

Che tipo è Giovanni, lo psichiatra che interpreta in In Treatment?

«È una persona, che si porta dietro il carico della propria coscienza e dei propri conflitti, un confessore che riesce, attraverso i suoi pazienti, a scoprire anche qualcosa di se stesso, i suoi angoli bui».

Il telefilm è tratto dall’omonima serie americana in onda su Hbo, gli argomenti saranno gli stessi?

«La versione italiana è stata riadattata nella sceneggiatura, raccontando i personaggi con uno spirito più simile a noi, ma allo stesso tempo mantenendo lo scheletro

originale del progetto. Diciamo che nei nostri episodi c’è più mediterraneità».

Il film-tv è molto parlato, ci saranno i flashback per mostrare i racconti dei pazienti?

«No, le parole sono cariche di immagini, si aprono come fiori e lasciano uscire le immagini che vengono evocate dai diversi pazienti. Tutto passa attraverso gli occhi del dottore».

E’ da novembre che sta rinchiuso nel suo studio medico ricreato qui alle porte di Roma, stanco?

«È certamente molto faticoso, alcuni ciak sono durati anche 24 minuti, è stata una preparazione quasi teatrale. Sono molto contento di essere riuscito a partecipare a un progetto di così ampia qualità, ma nello stesso tempo molto popolare».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Sergio Castellitto)