Pubblicato il 17/11/2012, 15:08 | Scritto da La Redazione

TUTTE LE INCHIESTE TV SU BERLUSCONI. COMPRESA LA CENSURA DI ARBORE NEL 1979

Il nostro blogger-verificatore raccoglie, con immagini video di reportorio, tutto quello che è stato scritto e girato sul cavaliere negli ultimi quarant’anni.

In ogni libreria italiana che si rispetti troneggia, come un reliquiario, un intero settore dedicato alle marachelle di Silvio Berlusconi. Si contano a centinaia ormai i volumi tra instant book, pamphlet, travagli e travagliate, saggi e biografie più o meno autorizzate sulla figura del Cavaliere. Il primo libro Inchiesta sul Signor Tv per gli Editori Riuniti risale al 1987 e gli autori sono Mario Guarino e Giovanni Ruggeri. All’epoca la Fininvest cercò in tutti i modi di impedirne l’uscita, ma gli autori la spuntarono sempre in sede giudiziaria, accontentandosi di una distribuzione limitata e comunque già esaurita sul nascere, perché – secondo i maligni – tutte le copie in circolazione furono acquistate a tempo di record da emissari dello stesso Berlusconi.

Ma come fu placata l’ira funesta del Cavaliere, che per la prima volta veniva raccontato in tutte le sue luci ma soprattutto ombre? Semplice. Gli Editori Riuniti gli proposero di fare affari con la tv dell’ex impero sovietico e per qualche anno Berlusconi rimase tranquillo fino a quando il libro non venne ripubblicato dalla benemerita Kaos Edizioni nel 1994. Curioso poi che lo stesso Mario Guarino si troverà a parlare di questa vicenda con Piero Chiambretti in un suo programma completamente dimenticato del 1993 dal titolo Servizi Segreti, nel quale il folletto di Rai3, ancora lontano dalle spire tentatrici di Cologno Monzese, indagò per ben tre puntate sulle origini di Forza Italia (qui il video).

Altro fatto curioso è che dal momento della discesa in campo del Cavaliere nel 1994 mai nessun altro programma tv oserà fare un’inchiesta su di lui e per questo bisognerà aspettare il 2001, quando Daniele Luttazzi intervista Marco Travaglio sul suo libro L’odore dei soldi (scritto a quattro mani con Elio Veltri), simboleggiando un’ideale staffetta artistica tra il comico romagnolo, che firmò per sempre la sua condanna a morte catodica, e il giornalista torinese, che invece cominciò la sua sfolgorante carriera di polemista berlusco-centrico.

Dopo quest’intervista – che ha consegnato per sempre alla storia Luttazzi citato assieme a Biagi e Santoro nell’editto bulgaro del 18 aprile 2002 da Berlusconi – iniziano comunque i primi timidi approcci a inchieste e documentari filmati, ma mai con attacchi frontali. In tv ci pensano Blu Notte di Carlo Lucarelli con una puntata sulla storia della mafia con cenni a Marcello Dell’Utri, Milena Gabanelli con uno speciale sulla giungla delle frequenze tv e la famigerata Legge Gasparri e naturalmente Michele non-sono-un-suo-dipendente Santoro, che dipendente di Berlusconi in realtà lo è stato ai tempi di Moby Dick per ben tre anni dal 1996 al 1999, quindi molti anni dopo l’uscita del libro di Guarino, che forse Michele non ha mai letto.

Del 2003 è il primo documentario in lingua straniera Citizen Berlusconi, prodotto per la rubrica della tv pubblica americana PBS Wide Angle. Tra la fine del Berlusconi II e l’inizio del Prodi II, escono in edicola i dvd allegati al Diario di Enrico Deaglio e si arriva così agli ultimi anni in cui Berlusconi diventa soggetto-oggetto della settima arte, con ben quattro documentari: Videocracy di Erik Gandini, Silvio Forever di Roberto Faenza e Filippo Macelloni (su sceneggiatura di Gian Antonio Stella e Giacomo Rizzo), S.B. Io lo conoscevo bene di Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella e Belluscone di Franco Maresco, quest’ultimo ancora in lavorazione. A questi ultimi tre ho collaborato come consulente per le ricerche d’archivio, mentre per Videocracy è opera mia il ritrovamento dell’U-Matic del leggendario spogliarello iniziale in bianco e nero della filiforme casalinga dagli schermi di Tele Torino International.

Da storico della televisione sono sempre stato interessato a ricostruire per immagini la nascita delle tv locali e contestualmente dei primi passi del Berlusconi tycoon e quindi ho approfondito molto le ricerche in questo ambito e sono adesso in grado di svelare alcune chicche di cui pochi sono a conoscenza. Tra queste ce n’è una che riguarda clamorosamente un caso di censura con protagonista proprio lui, Silvio. Marzo 1979, ore 14, Rete Due. Va in onda L’altra domenica, il contenitore di spettacolo e varia umanità condotto da Renzo Arbore. Il vj foggiano annuncia un servizio sulle tv locali milanesi. In realtà si tratta di una scusa per mostrare un po’ di tette delle giovani concorrenti dei giochini in stile Giochi senza Frontiere del programma La bustarella condotto da Ettore Andenna con la regia di Beppe Recchia e la complicità di Cino “Mago Zurlì” Tortorella. Il servizio comincia però con le immagini molto più seriose di TeleMilano con un’intervista negli studi del Jolly Hotel di Milano 2 a Mike Bongiorno che fa ufficialmente coming out, dichiarando di lavorare per i privati, pur essendo legato ancora alla Rai. L’intervista è breve e noiosa ma va in onda per la presenza di Mike (qui il video)

Nella stessa intervista avrebbe dovuto esserci però anche Silvio Berlusconi, ma Renzo Arbore e il suo autore Ugo Porcelli ritennero che non fosse troppo divertente e quindi decisero di cassarla. A rivelare l’episodio è Maurizio Nichetti, regista e inviato speciale del GASAD, ovvero i Gruppi a Sinistra dell’Altra Domenica. Questo il suo ricordo: «Giravamo in 16 millimetri invertibile senza negativo e senza possibilità di fare copie. Dopo aver visto il servizio, Arbore e Porcelli si fecero mandare a Roma tutto il materiale girato, da cui hanno ricavato quello che ritenevano più interessante… scartando l’intervista a uno sconosciuto Berlusconi perché poco divertente».

Contattati per sapere che fine avesse fatto il filmato, Arbore e Porcelli hanno detto di non ricordarlo e che sicuramente sarà andato perso. Peccato! Tuttavia, le sorprese non sono finite perché nello stesso servizio spunta a un certo punto un giovanissimo Paolo Romani il quale, per nulla intimidito dalla simpatica Silvia Annichiarico, confessa che l’unico modo per fare ascolti nella sua Antenna 3 è quello di proporre film zozzi a tarda ora. Ricordiamo che Paolo Romani è lo stesso Paolo Romani che lancerà a fine anni ’80 su Italia 7 il sexy show Colpo Grosso e per questo sarà giustamente premiato da Berlusconi con la nomina a Ministro delle Comunicazioni nel terzo esecutivo del Cavaliere (qui il video).

In attesa che riesca a trovare i finanziamenti per Burlesquoni!, il mio musical in lingua inglese a Broadway con Danny De Vito nella parte di Silvio giovane e Jack Nicholson in quella del bunga-bunga time, ricordo infine a beneficio dei fissati altre due inchieste in dvd sul Sua Emittenza: Le dame e il Cavaliere” di Franco Fracassi e l’imminente Berlusconi: la Genesi di Marco Bova, Giulia Migneco, Giorgia Pietropaoli e Giovanna Scibona.

 

twitter@LucaMartera

 

(Nella foto Silvio Berlusconi negli anni Settanta)