Pubblicato il 18/10/2012, 13:38 | Scritto da La Redazione

LA RIVOLUZIONE MANCATA DI TAO-TZE-TUNG VALSECCHI

Il nostro blogger-verificatore racconta la parabola del produttore di TaoFilm, andando a ripescare anche un reperto video esilarante.

Guardo poco la tv di oggi e quel poco che vedo, lo ripesco sul web. Per La Scimmia ho fatto un’eccezione: non l’ho vista né in tv né sul web. Il primo programma transcrossmediale – come piace dire tanto agli «Amici di Massimo Bernardini» e ai ragazzini della Luiss post-scienziati della comunicazione – è stato prodotto da Pietro Valsecchi, produttore-guru dall’eterno contratto quadro con Mediaset e famoso per aver realizzato numerose serie di-a-da-in-con-su-per-tra-fra la mafia.

Dopo meno di due settimane di programmazione La Scimmia è stato sospeso perché di colossale schifezza si è trattato. Pretendere di imporre un’educazione pavloviana ai tempi del reality a un mucchio di minus habens è come far condurre un programma sull’etica del lavoro a Flavio Briatore, una cosa che nessuno si sognerebbe mai di fare. Ora che ci penso, Valsecchi ha qualcosa di Briatore e Briatore ha qualcosa di Valsecchi, ma nessuno – immagino – credo che sospetti dell’esistenza dell’altro. Va però dato atto al progressista Valsecchi, che ha sempre creduto nell’arricchimento inteso non come accumulo personale, ma come pratica quotidiana per migliorare la società in cui si vive.

Avendo cominciato da attore, ha appreso subito il Valsecchi che «la vanitate fece perdere lo regno dei cieli» ed ecco perché ha lasciato subito la recitazione, dopo aver esordito nel ruolo vagamente scimmiesco di un siciliano maschilista (qui potete vederlo), che apre bocca solo per elencare i modi per trombare le turiste tedesche in trasferta sull’isola. Il film è Io sono mia, vero scult movie del 1977, realizzato da una troupe di femministe incazzate capeggiate da Dacia Maraini e interpretato da Stefania Sandrelli e Maria Schneider. Non pago, Valsecchi ci ha riprovato qualche tempo dopo interpretando un tecnico degli effetti speciali nello sceneggiato Rai Delitto in Via Teulada di fine anni ‘70, ma è negli anni ‘90 che finalmente decide di fare il salto – questo sì un effetto speciale – buttandosi sulla produzione di fiction seriale, dove può fare il capo dei capi e volare alto. Addirittura oltreoceano, a Nuova York, dove ogni tanto fa ancora una capatina per vedere a che punto è arrivato Nicholas Pileggi, autore e sceneggiatore di Quei Bravi Ragazzi, impegnato da anni a scrivere un blockbuster per l’ammiraglia di Mediaset, che finalmente affronta un tema inedito: la storia della mafia americana. A fare incontrare Valsecchi con Nicholas, pure neo vedovo di Nora Ephron, la regista delle commedie yankee in salsa rosa, ci ha pensato il proconsole dello spettacolo italiano a New York, Antonio Monda.

 

 

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(Nella foto Pietro Valsecchi)