Pubblicato il 16/10/2012, 12:37 | Scritto da La Redazione

IL CELENTANO TV DA 25 ANNI DEVE TUTTO A BERLUSCONI

IL CELENTANO TV DA 25 ANNI DEVE TUTTO A BERLUSCONI
Debutta oggi su TVZOOM un nuovo editorialista, Luca Martera, autore tv, scrittore, giornalista, regista. Da oggi curerà il blog “Il Verificatore”, perché se gli italiani hanno poca memoria, lui no. Anzi, ha un archivio di dichiarazioni e filmati, pronto a inchiodare tutti i voltagabbana della tv italiana. Debutta oggi su TVZOOM un nuovo editorialista, Luca […]

Debutta oggi su TVZOOM un nuovo editorialista, Luca Martera, autore tv, scrittore, giornalista, regista. Da oggi curerà il blog “Il Verificatore”, perché se gli italiani hanno poca memoria, lui no. Anzi, ha un archivio di dichiarazioni e filmati, pronto a inchiodare tutti i voltagabbana della tv italiana.

Debutta oggi su TVZOOM un nuovo editorialista, Luca Martera, autore tv, scrittore, giornalista, regista. Da oggi curerà il blog “Il Verificatore”, perché se gli italiani hanno poca memoria, lui no. Anzi, ha un archivio di dichiarazioni e filmati, pronto a inchiodare tutti i voltagabbana della tv italiana.

Quando uno diventa miliardario in Italia, arriva prima o poi il momento della crisi mistica. Soprattutto se ciò avviene prima dei 30 anni. Adriano Celentano e Beppe Grillo rientrano perfettamente in questa particolare categoria, ma anziché «giving back» – ovvero restituire denaro al Paese che ha permesso loro di diventare ricchi come fanno tutti i filantropi americani – rilanciano, imponendo il loro status di social guru annoiati. Di Grillo parleremo in un’altra occasione.

Su Celentano è interessante invece andare all’origine della sua parabola catodico-religiosa. È tutta colpa di Silvio Berlusconi, naturalmente. Sì, perché nel 1987 Sua Emittenza si pappa a suon di miliardi Pippo Baudo, Raffaella Carrà ed Enrica Bonaccorti, al termine di una campagna acquisti iniziata anni prima con Mike Bongiorno, Corrado e la coppia Vianello-Mondaini. La Rai si ritrova così senza star e corteggia il celentanoide, a cui non sembra vero di poter avere carta bianca per imbastire il suo Fantastico, ispirandosi ancora una volta al film Quinto Potere del 1975, che già aveva tentato maldestramente di imitare nel flop Joan Lui.

Biagio Agnes, direttore generale in quota DC-Ciriaco De Mita, lo accontenta vergognosamente su tutto e in particolare dice di «sì» a una clausola contrattuale pericolosissima, che costituirà un precedente per gli anni futuri: il divieto di replica e di estrapolazione di brani. Oltre a Celentano, la pretenderanno e imporranno con successo Roberto Benigni, Beppe Grillo, Fiorello e persino Nanni Moretti. Non tanto per la paura di finire decontestualizzati su Blob – anche se è esistita anche la clausola «anti-Blob» per qualche anno – ma per monetizzare meglio le proprie apparizioni tv, senza svalutarle con repliche su repliche. Il problema è che la tv basa la sua forza sul magazzino e se questi spettacoli – finanziati peraltro con soldi pubblici in caso della Rai – non possono essere replicati, si capisce che il danno economico non è di quelli minimi.

Celentano e la sua sodale Claudia Mori hanno sempre prestato attenzione al portafoglio. Non deve quindi far gridare allo scandalo il debutto su Canale 5 dell’Adriano-padre-della-patria che già nel 1988 si esprimeva in maniera più che lusinghiera nei confronti di Silvio, interpellato da Giuliano Ferrara.

In effetti, senza l’aiuto del Cavaliere, Celentano non sarebbe potuto diventare anche il re di quell’Auditel drogato da regole stabilite da controllati che fanno anche i controllori.

 

twitter@LucaMartera

 

(Nella foto Adriano Celentano)